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    'Meglio un giorno da Lotito che 100 da poveri': le opposizioni all'attacco della legge salva-calcio

    'Meglio un giorno da Lotito che 100 da poveri': le opposizioni all'attacco della legge salva-calcio

    Il Governo Meloni ha dato il via libera alla norma 'salva-sport', subito ribattezzata 'salva-calcio', nella Legge di bilancio. Una mossa che fa sorridere le società professionistiche ma ha scatenato l'ira di altri settori. Rabbia manifestata apertamente in aula dalle opposizioni nel corso delle dichiarazioni di voto alla fiducia della Legge di bilancio alla Camera dei Deputati.

    BORDATA A LOTITO - Ad aprire le 'danze' ci ha pensato Marco Grimaldi, deputato dell'Alleanza Verdi-Sinistra, con una bordata che ha coinvolto anche Claudio Lotito, poiché il senatore e presidente della Lazio è stato il principale promotore dell'emendamento: "Questa manovra si potrebbe riassumere come il titolo di un libro: meglio un giorno da Lotito che cento da poveri", una frase che ha suscitato risate e applausi. Grimaldi prosegue: "L'approvazione della norma 'salva-calcio' comporta il mancato introito immediato di poco meno di un miliardo di euro, mentre c'è poco da ridere".

    QUANTI ATTACCHI! - Primo attacco, ma non unico. L'Onorevole Luigi Marattin di Azione-Italia Viva ha incalzato: "Ci siamo ritrovati con una manovra che toglie 230 milioni nel 2023 dalla carta giovani e al contempo fa un regalo di mezzo miliardo di euro alle società di calcio di Serie A, consentendo loro di pagare le tasse entro cinque anni e con un interesse del 3%. Un'opportunità che non avete concesso a nessuno degli imprenditori, degli artigiani e dei commercianti che a chiacchiere dicevate di difendere quando avete chiesto i loro voti a settembre". Ironico ma pungente il leader del M5s, Giuseppe Conte: "Certo qualche applauso in effetti vi è arrivato: vi è arrivato dai falchi europei dell'austerità, quelli che per anni ci hanno costretto a manovre lacrime e sangue che voi stessi applaudivate dai banchi dell'opposizione. Quindi adesso tutto diventa più chiaro. Il vostro slogan conteneva un errore, una lettera di troppo: non 'siamo pronti', ma 'siamo proni'".

    'MANOVRA VIGLIACCA' - Conclude Debora Serracchiani, capogruppo PD: "Nella narrazione con cui avete accompagnato la vostra prima Legge di bilancio, compare la parola 'coraggio'. Una manovra coraggiosa dite. Noi pensiamo che non sia così. All'opposto: pensiamo che sia una manovra vigliacca. E' la manovra che contiene un aiuto consistente agli evasori, una punizione ingiusta per i poveri, una botta poderosa al welfare e l'attacco a tutte le misure popolari dei governi precedenti. Questa è stata la vostra ricetta. In campagna elettorale dicevate di essere pronti. La verità è che eravate pronti a niente ma disposti a tutto pur di accontentare pochi e privilegiati e tenere unita una coalizione divisa, pasticciona e litigiosa".

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