Mangia e Montella:| Due tipi diversi? Macché...
In panchina non è un derby per vecchi, ma per il nuovo che avanza, almeno finché dura, perché precari (di lusso) lo sono anche gli allenatori ad alti livelli. Come lo Special Two, André Vilas-Boas, tre anni meno di Devis Mangia e Vincenzo Montella, seduto sulla dorata e scricchiolante panca del Chelsea. Mangia, sorridendo, ha dedicato alla sfida col suo coetaneo l'unica battuta dopo lo psicodramma in Coppa col Siena: 'È il derby dei più giovani tecnici della serie A? Bisogna vedere quanto duriamo, io e Montella...'. L'ironia è una delle affinità fra i tecnici, più simili di quanto possano far pensare le differenze di look, istrionismo, titolo di studio (diploma scientifico per Mangia, da perito commerciale per Montella) e carriera da calciatori, finita a livello giovanile per l'allenatore rosanero, vissuta da acclamato bomber - con trionfi, tonfi, maglie azzurre, denari e titoli sui giornali - per l'Aeroplanino.
Sono nati entrambi nel giugno 1974: Mangia il 6, Montella il 18, più giovane di dodici giorni. Il tecnico degli etnei è lontano dallo stereotipo del napoletano tutto frizzi e lazzi, riservato, quasi timido, eppure ha humour da vendere; nel suo interregno alla guida della Roma, l'ex attaccante replicò agli scettici conuna battuta ('In A ho fatto più panchine io di tanti allenatori'), alludendo a Capello che in giallorosso raramente gli dava una maglia da titolare. Mangia e Montella sono provinciali che hanno conquistato la ribalta del grande calcio e se la vogliono tenere stretta. Devis (che ha il papà salentino) è nato a Cernusco sul Naviglio, Vincenzo a Castello di Cisterna, Comuni di poche migliaia di anime, con vista su Milano e Napoli. Tutti e due, orgogliosamente, working class heroes, figli di operai: fotolitografo papà Michele Mangia, alla catena di montaggio dell'Alfa Sud di Pomigliano papà Nicola Montella.
Ed entrambi gli allenatori baby con una vocazione precocissima da predestinati al calcio, da portieri, ruolo lasciato in fretta per fare altro. Mangia ha giocato tra i pali col Cernusco (come il padre) fino agli Allievi, Montella nel Castelcisterna, sino a quando un giorno per pareggiare in extremis non andò nell'altra area a dribblare tutti e a far gol. A dispetto del temperamento mite nella vita di tutti i giorni, si trasformano in campo, e non solo. Quando ritengono di subire un torto non vanno per il sottile. Per informazioni chiedere a un ragazzo della Primavera del Varese che l'anno scorso mancò di rispetto a Mangia e che il tecnico, vestito, affrontò a muso duro sotto la doccia, e a un paparazzo colpito al volto otto anni fa da Montella, che non aveva apprezzato alcuni scatti nella movida romana...
(Giornale di Sicilia)