Mandragora: il ragazzo di Scampia che in venti minuti ha conquistato il Genoa
Non lo aveva detto a nessuno, neanche ai suoi genitori perché Rolando Madragora probabilmente non riusciva a credere a quello che gli stava per accadere. Così quando Gasperini gli ha comunicato che contro la Juventus dei campioni, la squadra imbattibile che domina il campionato da tre anni, sarebbe stato titolare a soli 17 anni, Rolly, così lo chiamano gli amici, si è concentrato solo sulla sua notte da sogno.
Mamma e papà lo hanno saputo come tutti, dall’annuncio delle formazioni e probabilmente hanno iniziato a pensare a tutti i sacrifici fatti per permettere a quel ragazzo di Scampia di arrivare fino al teatro dei sogni del calcio italiano.
Nel giorno in cui Gasperini si giocava l’affetto di Marassi ha scelto il ragazzo che per un anno ha tenuto d’occhio facendolo entrare in orbita prima squadra e poi portandolo in ritiro quest’estate. Parte tutto dalle montagne di Neustift quando Mandragora regge il confronto con i compagni, anzi fa di meglio lasciando tutti a bocca aperta grazie ai piedi fini e ad una testa che del giovane ha davvero poco.
Chi lo ha allenato in passato nelle giovanili rossoblù non ha dubbi, diventerà qualcuno. Chi lo allena oggi nel calcio dei grandi annuncia fiero: "ne sentirete parlare". Perché Rolando Mandragora in una notte ha dimostrato di poter essere già pronto a sfidare tutti. E’ entrato in campo con una naturalezza da togliere il fiato, ha combattuto con Pogba, Marchisio e Vidal ad armi pari, anzi con qualche arma in meno: il gap fisico evidente. Settanta minuti di lotta e corsa conditi da un numero per liberarsi di due giganti bianconeri che in mezzo al campo pensavano di avere già fregato il ragazzino, tanto per mettere in chiaro che anche tecnicamente ha qualcosa di speciale.
Non si perderà Mandragora perché ha “la testa di un trentenne” come dice il presidente Preziosi e perché "è il nuovo Thiago Motta" suggerisce Iva Juric che lo ha accompagnato ai tempi della Primavera. Ora bisognerà essere bravi a proteggerlo dalle luci dei riflettori, farlo prendere coscienza che il sogno è diventato realtà e nessuno glielo potrà togliere se non se stesso. Non succederà perché queste favole le possono vivere solamente i talenti puri, quelli che sfidano i giganti senza nessun timore reverenziale e poi si prendono gli applausi di quasi 30 mila persone. Le stesse che incredule avevano letto il suo nome nelle formazioni ufficiali, le stesse che come mamma e papà non potevano credere a quello che stava succedendo.
Benvenuto nel calcio dei grandi a Rolando Mandragora, chi lo conosce bene sapeva già tutto fin dal giorno del provino di Voltri quando il ragazzino di Scampia in 20 minuti aveva fatto sobbalzare sulla sedia gli scout rossoblù che dopo Perin, El Shaarawy e Sturaro scoprono un altro talento da consegnare al calcio italiano e al Grifone che già lo ha bloccato facendogli firmare un contratto per i prossimi cinque anni.