AFP/Getty Images
Man City choc: altri 100 milioni per Laporte e Fred, ma la Uefa che dice?
Non sono bastati quasi 248 milioni di euro per soddisfare i propri appetiti e le proprie manie di grandezza. Ipotecata con largo anticipo la vittoria della Premier League, il sogno nemmeno troppo nascosto del Manchester City si chiama Champions League e la proprietà qatariota è pronta a staccare un ulteriore assegno da circa 100 milioni di euro per rendere ancora più perfetta la macchina da spettacolo di Pep Guardiola. Assorbite le delusioni per i mancati arrivi di van Dijk e Alexis Sanchez, i citizens hanno immediatamente deciso di studiare il doppio colpo per rispondere anche mediaticamente agli acquisti di Liverpool e Manchester United: il difensore classe '94 dell'Athletic Bilbao Aymeric Laporte e il centrocampista '93 dello Shakhtar Donetsk Fred sono molto vicini alla capolista del campionato inglese.
La priorità indicata da Guardiola ai suoi dirigenti era l'acquisto di un difensore centrale per ovviare ai continui guai fisici di Kompany e per aggiungere un'alternativa alla coppia Otamendi-Stones più affidabile di Mangala; pur di coronare un inseguimento che durava da un paio di stagioni, il City pagherà l'intera clausola rescissoria da 65 milioni di euro per Laporte, dopo averne investiti quasi 110 per i terzini Walker e Mendy. E, come se non bastasse, ne sono pronti tra i 35 e i 40 per convincere lo Shakhtar a privarsi di Fred, per il quale Guardiola sta spingendo per anticiparne l'arrivo in questo mese, nonostante l'impossibilità di impiegarlo per il prosieguo della Champions League.
Due acquisti utili ma non indispensabili, considerando anche il comprensibile periodo di adattamento di cui avranno bisogno per entrare nei meccanismi dell'allenatore catalano, ma che danno una volta di più il senso dello smisurato potenziale economico di una società che, alla pari del Paris Saint Germain, sa di poter contare sul sostegno di un vero e proprio stato, quel Qatar che sta investendo ingenti somme di denaro anche per promuovere quel Mondiale che ospiterà per la prima volta nel 2022. Con Laporte e Fred, il conto degli acquisti tra giugno e gennaio sfiorerebbe la cifra record di 350 milioni di euro, a fronte dei "soli" 94 incassati dalle cessioni. Una politica resa possibile anche dall'impalpabilità della Uefa in tema di Fair Play Finanziario quando i soggetti a finire nel mirino sono i club più ricchi del pianeta.
E' successo questo con un Paris Saint Germain che, senza cedere nessuno dei propri pezzi pregiati, si è tolto lo sfizio di pagare i 220 milioni della clausola di Neymar e, non pago, di imbastire un'operazione da 180 per Mbappé aggirando le regole con un'improbabile prestito con obbligo di riscatto. Sta succedendo di nuovo con un Manchester City che già nel 2014 era stato sanzionato con una multa da 60 milioni di euro e limitazioni alla rosa per aver sforato il tetto massimo consentito di spese. Anche per questo motivo, il nuovo presidente della Uefa Ceferin ha colto la necessità di porre un freno a questi atteggiamenti spregiudicati manifestando l'intenzione di cambiare le regole del Fair Play Finanziario. L'ultimo baluardo per evitare che quello che una volta era il gioco più bello e democratico del mondo diventi per sempre uno sport solo per i più ricchi.
La priorità indicata da Guardiola ai suoi dirigenti era l'acquisto di un difensore centrale per ovviare ai continui guai fisici di Kompany e per aggiungere un'alternativa alla coppia Otamendi-Stones più affidabile di Mangala; pur di coronare un inseguimento che durava da un paio di stagioni, il City pagherà l'intera clausola rescissoria da 65 milioni di euro per Laporte, dopo averne investiti quasi 110 per i terzini Walker e Mendy. E, come se non bastasse, ne sono pronti tra i 35 e i 40 per convincere lo Shakhtar a privarsi di Fred, per il quale Guardiola sta spingendo per anticiparne l'arrivo in questo mese, nonostante l'impossibilità di impiegarlo per il prosieguo della Champions League.
Due acquisti utili ma non indispensabili, considerando anche il comprensibile periodo di adattamento di cui avranno bisogno per entrare nei meccanismi dell'allenatore catalano, ma che danno una volta di più il senso dello smisurato potenziale economico di una società che, alla pari del Paris Saint Germain, sa di poter contare sul sostegno di un vero e proprio stato, quel Qatar che sta investendo ingenti somme di denaro anche per promuovere quel Mondiale che ospiterà per la prima volta nel 2022. Con Laporte e Fred, il conto degli acquisti tra giugno e gennaio sfiorerebbe la cifra record di 350 milioni di euro, a fronte dei "soli" 94 incassati dalle cessioni. Una politica resa possibile anche dall'impalpabilità della Uefa in tema di Fair Play Finanziario quando i soggetti a finire nel mirino sono i club più ricchi del pianeta.
E' successo questo con un Paris Saint Germain che, senza cedere nessuno dei propri pezzi pregiati, si è tolto lo sfizio di pagare i 220 milioni della clausola di Neymar e, non pago, di imbastire un'operazione da 180 per Mbappé aggirando le regole con un'improbabile prestito con obbligo di riscatto. Sta succedendo di nuovo con un Manchester City che già nel 2014 era stato sanzionato con una multa da 60 milioni di euro e limitazioni alla rosa per aver sforato il tetto massimo consentito di spese. Anche per questo motivo, il nuovo presidente della Uefa Ceferin ha colto la necessità di porre un freno a questi atteggiamenti spregiudicati manifestando l'intenzione di cambiare le regole del Fair Play Finanziario. L'ultimo baluardo per evitare che quello che una volta era il gioco più bello e democratico del mondo diventi per sempre uno sport solo per i più ricchi.