AFP/Getty Images
Mancini: 'Cristiano Ronaldo in Italia è un bene per la Nazionale. Balotelli? Anch'io ho sbagliato, ora è cresciuto'
Oggi è il giorno dei calendari. Non le manca la Serie A?
"Perchè mai? La Nazionale resta un punto d’arrivo per qualunque allenatore. Così come lo è indossare la maglia azzurra per i giocatori. Poi c’è chi preferisce avere un rapporto quotidiano con la squadra e magari non si sente portato per fare il selezionatore. La mia una scelta di cuore? Anche, mi sentivo pronto per un’esperienza così importante. Abbiamo iniziato un percorso: speriamo di riportare l’Italia tra le protagoniste del calcio internazionale".
In Serie A è arrivato Cristiano Ronaldo, che segnale è?
"Ottimo, per la Juve e il movimento. Dai campioni si impara sempre e i nostri giovani, che sono già nel giro della Nazionale, possono solo migliorarsi avendo la possibilità di affrontarlo. Uno come lui è una benedizione per la Serie A. Spero sia il primo di una lunga serie. Sono i calciatori mediocri presi dall’estero che non vanno bene, non i fuoriclasse".
Con l’arrivo di Ronaldo si gioca per il secondo posto?
"E chi lo ha detto? La Juve è favorita: ha vinto 7 scudetti di fila e ha preso Ronaldo. Ma nel calcio il campione da solo non basta, l’ultimo Mondiale lo dimostra. E anche altre big si sono rinforzate. Credo e mi auguro sia un campionato combattuto: Roma, Napoli, Inter e qualche altra possono puntare allo Scudetto. Il mercato è ancora aperto, vediamo gli assetti definitivi. Sono convinto che per la Juve non sarà una passeggiata".
Cosa ne pensa del possibile ritorno di Bonucci alla Juve?
"Bonucci è un giocatore straordinario e di esperienza. Per l’Italia è un punto fermo, dove sia meglio continuare la carriera è affare suo. Darà un grande contributo ovunque andrà. Preoccupato per Caldara? No, l’importante è che i giovani giochino con continuità, facendo esperienza internazionale. Solo così si fa il salto di qualità. Il mio auspicio per i vari Caldara, Rugani, Chiesa e così via è di vederli in campo il più possibile".
Balotelli? "Vale anche per lui questo discorso. Ha grandissime potenzialità, può essere decisivo come nel 2012, quando portò l’Italia in finale all’Europeo. Ha tutto: forza fisica, tecnica, tiro e colpo di testa. Gli errori del passato? E’ cresciuto, ha 28 anni. Da ragazzo si commettono tante fesserie, anche io ne ho fatte. L’importante è capire i propri errori, farne tesoro. Mario nell’ultimo ritiro mi è sembrato maturo. Deve giocare e dimostrare che il passato è passato. Sono fiducioso".
In Nazionale è arrivato Pirlo come suo vice. "Attendiamo che sia ufficiale. Comunque, Andrea vuole fare l’allenatore, quindi la strada da fare è questa. Sarebbe un giusto inizio. Uno come lui mi servirebbe anche in campo…battute a parte, sarebbe importante averlo tra noi".
Senatori: Buffon ha detto no, De Rossi ha risposto presente.
"E’ presto per parlare di convocazioni, ma in un gruppo di 25-30 giocatori avere gente di esperienza nello spogliatoio è fondamentale. Buffon ha fatto una scelta, va rispettato. A settembre vedrò a chi affidare questo ruolo da chioccia, De Rossi potrebbe essere".
A inizio giugno Francia-Italia finì 3-1: non male come risultato, visto poi come è andato il Mondiale.
"Quella è stata la migliore prestazione delle amichevoli disputate sotto la mia gestione. Loro si stavano preparando per il Mondiale, erano al top fisicamente, noi all’anno zero. Eppure le distanze non furono abissali. Dobbiamo ripartire da gare così, prestazioni del genere ci devono dare fiducia, soprattutto dopo quello che è accaduto in Russia".
Promosso il Mondiale?
"Mi è piaciuto, ho visto partite aperte e tante nazionali non considerate che sono andate avanti. Le sudamericane fuori dalle prime? Non mi sorprende, in Europa il calcio è ai massimi livelli. La lezione del Mondiale è questa: Mesis, Neymar, Ronaldo da soli non bastano. L’Italia ha la possibilità di battersi con i più forti anche se in questo momento ci manca un fuoriclasse".
L’Italia under 19 in semifinale all’Europeo di categoria.
"Grande cosa: seguirò la partita con trepidazione. In caso di finale andrei a vederli dal vivo".
Sarri al Chelsea è l’ennesimo tecnico italiano all’estero.
"La nostra scuola è probabilmente la migri ed è una bella medaglia per la Federazione e Coverciano. La Serie A ancora dietro alla Premier? CI sono tanti fattori che contribuiscono a ciò: le strutture, il clima negli stadi, la serenità nel poter fare il proprio lavoro. Il resto è una conseguenza: la Premier resta un modello. Anche a livello dirigenziale? Non bisogna generalizzare: anche oggi ci sono figure valide e competenti, come Paolo Mantovani che ho avuto alla Samp: se sono cresciuto come uomo e giocatore molto è merito suo".
A settembre la Nations Cup: che Italia vedremo?
"Vogliosa di far bene. Il nostro obiettivo resta l’Europeo, ma ogni competizione sarà importante anche per risalire nel ranking. Promesse? La Nazionale deve qualificarsi sempre nei grandi tornei, perché poi una volta dentro sappiamo farci rispettare”.