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    Mancini pensa al contrario di Pirlo, ma la sua Italia è un piacere per gli occhi. E come brilla il Sassuolo!

    Mancini pensa al contrario di Pirlo, ma la sua Italia è un piacere per gli occhi. E come brilla il Sassuolo!

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Cambiano gli uomini, ma l’Italia resta la stessa. Brillante, effervescente, persuasiva, autoritaria, sempre bellissima, un piacere per gli occhi. Roberto Mancini non ha creato una squadra, ma un modello. Più semplicemente ha dato uno spartito e un copione, ha tracciato una strada e molti modi per arrivare al traguardo. Il suo gioco, per ora, è molto riconoscibile e poco o per nulla neutralizzabile (dagli avversari). Certo, la Moldova fa poco testo - troppo debole e facilmente perforabile nonostante un arcaico 5-3-1-1 -, ma segnare cinque gol in 46 minuti (e un sesto nella ripresa) non è facile per nessuno, a meno che non sia la Francia campione del mondo (7-1 all’Ucraina) o non si abbia un’organizzazione di prim’ordine.

    Discorso che vale il doppio se quasi nessuno dei calciatori schierati è titolare in maglia azzurra (qualcuno non lo è nemmeno nella propria squadra) e se l’Italia in campo è un tentativo di mettere insieme forze nuove o alternative che mai hanno giocato assieme. I punti fermi, però, sono due: il sistema di gioco (4-3-3) e i principi di gioco (possesso prolungato, atteggiamento offensivo, recupero palla nella zona più vicina alla porta avversaria). Al contrario di quel che pensa Andrea Pirlo - convinto che servano uomini d’attacco per attaccare - Mancini difende a sistema puro in mezzo all’area e si alza con gli esterni difensivi. Emblematico il sistematico attacco alla profondità di Lazzari, un terzino trasformato in ala e l’appoggio costante di Biraghi dall’altra parte. E’ stato quest’ultimo a fornire l’assist per il gol di Caputo, esordiente e marcatore a 33 anni, due mesi e un giorno. E’ stato il laziale a infilarsi per l’ennesima volta alle spalle della difesa moldava, suggerendo a El Sharaawy la palla per il suo secondo gol.

    El Shaarawy è stato il capitano fino a quando è uscito (67’) e di gran lunga il migliore in campo insieme con Cristante, un romanista e un quasi romanista di ritorno (accadrà in gennaio). Stephan ha realizzato il primo gol su lancio di Cristante che a sua volta aveva aperto le marcature con un colpo di testa da angolo di Bonaventura. Mi domando perchè Cristante non trovi più spazio nella Roma (non basta spiegare che Fonseca gioca con il centrocampo a due) e quanto possa essere importante in futuro El Shaarawy, se il portoghese continuerà a giocare con due trequartisti avendo fatto vendere tutti gli esterni alti. Forse è vero che più si guarda calcio e più vengono idee intorno al calcio, ma resta il fatto che Mancini sa far brillare anche chi non gioca in Cina (El Shaarawy) e chi nella Roma occupa un ruolo non suo (quando lo occupa).

    L’Italia ha concentrato quasi tutta la sua potenza di fuoco nel primo tempo, segnando dopo 18 minuti (Cristante, appunto), raddoppiando cinque minuti dopo (Caputo) e triplicando con El Shaarawy con due tocchi di destro - uno per il controllo e l’altro per la conclusione morbida - che hanno deliziato la platea televisiva, in mancanza di una vera platea al Franchi. Ma ben prima del 3-0 l’Italia aveva cominciato a dilagare. Bonaventura, che si è costruito una grande occasione anche nel secondo tempo (sventata dal portiere), si è visto respingere un tiro a botta sicura da un difensore sul solito cross raffinato di Lazzari. Poi Posmac, nel tentativo di anticipare Caputo, ha fatto autorete e l’Italia è andata avanti per forza d’inerzia segnando nel recupero ancora con El Shaarawy, che ha rischiato la faccia mettendoci la testa. Monocorde, ma non inutile il secondo tempo. Cragno, ventisettesimo esordiente dell’era Mancini, ha preso il posto di Sirigu, Emerson Palmieri quello di Biraghi, Grifo è entrato per El Shaarawy (e capitano è diventato Cristante), Sensi per Bonaventura. E, dimostrazione che con Mancini tutti danno tutto e subito, Grifo è scappato sulla sinistra dell’ormai sventrata difesa moldova, ha guadagnato il fondo e ha messo sul secondo palo dove è arrivato Berardi per l’esorbitante 6-0. Primo gol in Nazionale per Berardi, primo gol in Nazionale (per di più all’esordio) per Caputo. Se a questo aggiungiamo la sempre matura prestazione di Locatelli, vien da scrivere che c’è un Sassuolo che vince anche in azzurro. Una storia di provincia, non una storia provinciale.

    Italia Moldavia 6-0


    RETI: 18′ Cristante, 23′ Caputo, 30′ 45’+1′ El Shaarawy, 37′ aut. Posmac, 72′ Berardi.

    ITALIA (4-3-3): Sirigu (67′ Cragno); Lazzari, Mancini, Acerbi, Biraghi (67′ Emerson Palmieri); Locatelli, Cristante, Bonaventura (67′ Sensi); Berardi (75′ Kean), Caputo (75′ Lasagna); El Shaarawy (67′ Grifo). All. Mancini

    MOLDAVIA (5-3-2): Koseliev (46′ Namasco); Platica, Craciun (46′ Mudrac), Posmac, Armas, Marandici (Reabciuk); Rata, Carp, Ionita; Suvorov (46′ Cociuc), Nicolaescu (79′ Milinceanu). All. Firat

    AMMONITI: Carp, Rata.

     

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