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Il figlio di Mancini: 'All'Inter comanda Kia, non c'è una società forte'
IL MERCATO - "Leggo tantissimi commenti da parte dei tifosi sui giocatori arrivati all’Inter nel corso della seconda gestione di mio padre. Anzitutto devo dire che molti di quelli, gente come Brozovic, Murillo, Miranda e Perisic, hanno aumentato di molto il livello della squadra, ma bisogna anche sottolineare che altri giocatori presi dalla società erano le terze o addirittura le quarte scelte di mio padre, e questo magari la gente non lo sa. E questo anche l’anno scorso. Non è vero che tutti i giocatori presi erano voluti da Mancini. Yaya Touré? C’è Ibrahimovic che quest’anno allo United va a guadagnare fior di quattrini e ha ben due anni in più rispetto a Yaya. Parliamo di un centrocampista che in Italia potrebbe tranquillamente fare la differenza per altri tre anni, un valore aggiunto in campo e all’interno dello spogliatoio. Ovviamente se lui vuole un giocatore è per il bene del suo club, non certo per portarselo a giocare a calcetto".
L'ARRIVO DEI CINESI E L'ADDIO - “Papà non andava bene a loro e loro non andavano bene a papà. Li ha visti al massimo un paio di volte, hanno preso l’Inter e sono spariti. Questa gente deve capire che c’è bisogno di cuore e anima per gestire una società come l’Inter, senza delegare ad altre persone. Mi dispiace per come è finita con mio padre, era praticamente l’unico a metterci la faccia con i tifosi e per la sua figura è impensabile proporgli un rinnovo di contratto estromettendolo dal mercato. E’ lui che in settimana segue la squadra e che la domenica va in panchina, è giusto che abbia potere perché è lui a prendere insulti e pomodori se le cose vanno male. Futuro? E’ tra i primissimi al mondo, credo non riuscirà a star fermo un anno”.