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Mancini ora è super, furia Fiorentina: Della Valle accusa Perugia e Atalanta per 'la strana vendita'
Il passaggio di Mancini dal Perugia all'Atalanta è lo specchio di quanto sta succedendo negli ultimi anni, con tante, troppe plusvalenze sospette, con l'obiettivo di aggiustare i bilanci. Allora tocca - scrive il Fatto Quotidiano - raccontare la vicenda dal 12 gennaio 2017, in quel periodo d’inverno che le società sfruttano per rimediare agli errori estivi e dunque chiamano mercato di riparazione. Mancini è al secondo campionato al Perugia, in Serie B. Dopo una stagione in prestito e la solita scarsa pazienza con i ragazzi, la Fiorentina regala Gianluca agli umbri con la garanzia del cinquanta per cento in futuro. Gli osservatori dell’Atalanta tampinano da tempo il difensore col 23 sulle spalle e firmano un affare: 200.000 euro, la metà va ai Viola, e 300.000 di eventuali bonus. Il 23 gennaio, mentre sta per chiudere la finestra del mercato invernale, l’Atalanta ha urgenza di acquistare un portiere. E l’occasione, coincidenza, s’affaccia da Perugia: Alessandro Santopadre (’98), una trentina di partite in Primavera, viene prelevato per un milione di euro e subito rientra in prestito in Umbria, dove completa la stagione 2016/17 e an- che la 2017/18 senza mai scendere in campo, tranne una decina di amichevoli. Le dichiarazioni dei vertici di Atalanta e Perugia e dei calciatori Mancini e Santopadre interrogati dalla Procura della Figc. Luca Percassi, figlio del patron e amministratore delegato dell’Atalanta, afferma che non si occupa di mercato e che ha conosciuto quasi per caso il collega Santopadre. Giovanni Sartori, direttore sportivo dei bergamaschi, sostiene che il prezzo di Santopadre figlio è congruo e che c’era una carenza di portieri. Però non l’hanno mai utilizzato. Il difensore Mancini non commenta, spiega che s’era interessato all’ingaggio, passato da 60.000 a 160.000 euro. Il portiere Santopadre riferisce che la trattativa con l’Atalanta l’ha seguita il padre Massimiliano e che ha accettato di buon grado uno stipendio di 14.000 euro all’anno, minimo federale per un calciatore professionista, anche se il suo cartellino è stato pagato un milione. Il compenso al Perugia, cioè dal padre, era un rimborso mensile di circa 500 euro. Il presidente Santopadre ribadisce che il figlio ha “ottime potenzialità”. Oggi Alessandro, sempre in prestito dall’Atalanta, gioca per la Paganese (14 gare), squadra ultima in classifica nel girone meridionale della Terza serie.
Il procuratore federale Pecoraro ha deferito l’Atalanta e il Perugia, ma i giudici sportivi hanno negato la condanna perché, nonostante periti, contratti e precedenti, “non esistono criteri oggettivi e imparziali per una valutazione di mercato dei calciatori”.