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Mancini-Juventus, da tifoso a nemico per Calciopoli: storia di un rapporto difficile. Sarà la volta buona?
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RAPPORTO COMPLICATO - Negli anni il rapporto tra Mancini e la Juve è stato complesso, tortuoso, pieno di polemiche, divisivo. Le stesse divisioni che ora stanno creando due fazioni nel tifo bianconero: da un lato – e sono quelli più numerosi – gli juventini che il Mancio, ex interista e “anti-juventino” proprio non lo vogliono, dall’altro quelli che sono pronti a voltare pagina e ad affidare con sollievo la panchina del club a un mister esperto e vincente. La stagione con alla guida Thiago Motta d’altronde è stata troppo complicata e, a questo punto, promette di terminare un paio di mesi prima del gong: vietato sbagliare ancora tecnico, opportuno invece mettersi nelle mani di chi sa già cosa significa guidare una big del nostro calcio.
LE DICHIARAZIONI SU CALCIOPOLI – Anche per questo la dirigenza juventina ha deciso di contattare proprio lui, di offrirgli un contratto di 4 mesi con annesso rinnovo automatico in caso di qualificazione alla prossima Champions League e di mettersi quindi alle spalle quelle dichiarazioni per le quali era stato tacciato di anti-juventinità. Aveva parlato di campionati "aggiustati", facendo chiari riferimenti ai rivali bianconeri, nel 2010 fu anche chiamato dall’accusa a deporre come testimone nel processo Calciopoli. Lui che allenava l’Inter nella famosa stagione 2004/2005 disse: “Alla fine di una partita parlai con l’arbitro Rosetti e gli dissi: ‘Pagherete tutto, tu e i tuoi amici di Torino'. Alludevo a Moggi. Rosetti era di Torino e quindi il collegamento era facile. Ma lo dissi nella foga, in quei momenti si pensa di aver subìto un torto, lo dissi solo per questo”.
IL NEMICO DELLA JUVENTUS – Quelle parole e l’averlo avuto sempre contro hanno indirizzato l’odio sportivo dei tifosi della Juventus nei confronti di Mancini. Lui però ha sempre voluto svicolarsi da quest’astio. “Non sono mai stato nemico della Juventus, contestavo il sistema che c'era prima. Sono stato considerato tale per gli anni trascorsi all'Inter ma io non ho mai parlato male della Juve, la polemica riguardava alcuni suoi tesserati. D'altronde sono stato tifoso juventino da ragazzino e, anche quando ero all'Inter, non ho mai fatto mistero di avere tifato per i bianconeri. In futuro la allenerei", aveva detto quando, in più frangenti, era stato accostato alla Vecchia Signora. Era successo nel 2009, prima di passare al Manchester City, e nelle stagioni successive quando sulla panchina della Juventus si erano avvicendati Ranieri, Ferrara e Delneri, tutti con alterne fortune. Prima di trovare in Conte l’uomo giusto per la ripartenza, il nome di Mancini era circolato con convinzione, prima di essere accantonato forse proprio per quell’allure da nemico che lo circondava.
I PRECEDENTI TRA MANCINI E JUVE – Mancini veniva visto come un profilo legato a doppia mandata all’Inter dove aveva allenato dal 2004 al 2008 e dove è poi tornato dal 2014 al 2016. Era stato l’allenatore della squadra a cui fu assegnato a tavolino lo Scudetto revocato proprio alla Juventus. E spesso era stato artefice di clamorose sconfitte per i bianconeri. C’era lui alla guida del Galatasaray che nel dicembre del 2013 elimina la Juve di Conte dai gironi della Champions League, c’era lui ad allenare l’Inter che nell’agosto 2005 vince la finale di Supercoppa italiana contro gli acerrimi rivali e c’era sempre lui anche ad alzare al cielo la Coppa Italia 2004 e sempre ai danni della Juventus. I precedenti parlano di ben 27 incontri in tutte le competizioni e su diverse panchine con otto vittorie, altrettante sconfitte, e undici pareggi.
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PER LA SUA CARRIERA DI GIOCATORE E DI ALLENATORE ... SPERO PER LUI CHE NON ANDRA'...