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Inter, Mancini ha trovato la formula e Thohir ha capito cosa serve
TEMPO AL TEMPO - "L’allenatore è sicuramente stato preso in contropiede dalla tardiva maturazione italiana di Perisic e Kondogbia. Gli acquisti più cari dei nerazzurri nelle sue intenzioni dovevano essere altrettanti cardini del sistema di gioco e invece hanno impiegato mesi per cominciare a familiarizzare con il nostro calcio. In particolare s’è capito che il francese non ha tra le tante doti quella del metronomo in grado di dettare i tempi di gioco ai compagni. Il ritmo altalenante esibito dalla squadra nel girone di ritorno è stato figlio dei continui cambi di formazione alla ricerca di un mosaico base che ha sempre stentato a completarsi".
LA SPINA DORSALE - "La consolazione è che questo tourbillon ha favorito una naturale selezione dell’organico dalla quale è emersa la spina dorsale sulla quale costruire il futuro. Che noi individuiamo in questa sequenza: la qualità della difesa imperniata su Handanovic, Miranda e Murillo; il dinamismo eclettico di Medel e la forza di Kondogbia; il talento puro di Perisic, Brozovic e Icardi, anche se è possibile che a causa del fair play finanziario uno dei tre sia costretto a partire per consentire di operare sul mercato. Naturalmente non dimentichiamo Eder: messo nelle condizioni tattiche ideali l’oriundo può diventare il grande acquisto per la prossima stagione. Insieme all’argentino Banega, virtualmente già preso dal Siviglia, che andrà a coprire la falla più evidente e cioè quella del centrocampista dai piedi buoni".
STABILITA' IN PANCHINA - "Mancini insomma custodisce tra le mani delle carte di valore e potrà lavorare tranquillo perché ha la fortuna di godere della fiducia della società, pronta a perdonargli qualche acquisto non proprio azzeccato. Thohir a differenza di molti suoi colleghi indigeni una cosa importate l’ha capita subito: serve stabilità in panchina se si vuol sperare di arrivare a vincere qualcosa d’importante".