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    Mancini fa schifo, la Juve ha solo stelle: un anno di certezze ribaltate in una notte

    Mancini fa schifo, la Juve ha solo stelle: un anno di certezze ribaltate in una notte

    • Stefano Agresti
    L’Inter è penosa.
    Mancini è il peggior allenatore possibile. E non è nemmeno un vincente: chiunque avrebbe conquistato i suoi stessi trofei con quell’Inter e quel Manchester City.
    Nell’Inter nessuno sa cosa fare.
    Ci sono troppi slavi, in nerazzurro: gente senza carattere, questa squadra va debalcanizzata.
    Perisic? Strapagato.
    Gli unici buoni dell’Inter sono Handanovic, Miranda e Murillo.
    L’ultima vergogna è l’acquisto di Eder: ma cosa se ne fanno di uno così?
     
    La Juve è invincibile.
    Allegri non sbaglia niente: nessuno è migliore di lui, infatti tutti lo vogliono, anche il Real.
    Cambiano i moduli, cambiano gli uomini ma la Juve non si ferma mai.
    Nella Juve tutti, anche le riserve, sanno cosa fare.
    La difesa bianconera è una garanzia assoluta.
    Visto Hernanes? Dicevate che non era buono, invece anche lui è diventato super.
    Rugani una delusione? Macché: è fortissimo, sta fuori solo perché davanti ha tre fenomeni.
    Impossibile che la Juve si faccia rimontare tre gol. Da chi poi, dall’Inter? Ma dai…
     
    Chi di voi, chi di noi non ha pensato oppure detto, condiviso oppure gridato almeno una decina di queste frasi negli ultimi mesi? Le abbiamo messe in ordine, qui sopra, e ci hanno fatto impressione, perché poi è arrivata una notte di Coppa Italia che ha fatto vacillare un anno di certezze.
     
    Abbiamo capito, tutto in una volta, che la Juve è umana e può anche steccare fragorosamente una partita, ma soprattutto ci siamo resi conto che l’Inter non è un’accozzaglia di brocchi messi assieme a casaccio da un incompetente. Giudizi conclusivi e frettolosi vanno rivisti dopo una sfida che è già storia.
     
    Poi è evidente che non può e non deve succedere nemmeno il contrario, e cioè che mesi di lavoro e di risultati vengano cancellati in centoventi minuti. Questa incredibile notte di calcio, però, qualcosa di importante l’ha detta.
     
    Ha detto, ad esempio, che Perisic è un giocatore che può essere fantastico, irresistibile; che Brozovic ha le qualità necessarie per prendere in mano il centrocampo dell’Inter; che Eder continua a essere un attaccante con i fiocchi, generoso ed efficace, e non ha lasciato la magia a Genova con la maglia della Samp. E che Mancini può anche aver sbagliato delle scelte quest'anno, ma quanto ha costruito in carriera ha saputo meritarselo.
     
    E ha detto anche qualcosa sulla Juve, ad esempio su Hernanes: due mezze partite giocate benino non significano molto, contro l’Inter il brasiliano è riaffondato assieme alla sua lentezza e alle sue insicurezze. Rugani, poi. Avevamo la sensazione che Allegri non lo ritenesse maturo e affidabile. Ci dicevano che rimaneva sempre fuori perché aveva davanti tre fenomeni - Barzagli, Bonucci, Chiellini - ma non era passato inosservato che, quando mancava uno di loro, l’allenatore cercasse sempre una soluzione alternativa al ragazzo arrivato da Empoli: una volta Caceres, una volta un modulo diverso. Ieri i limiti attuali di Rugani sono emersi in tutta la loro rilevanza: una prestazione inquietante per uno dei talenti più promettenti del nostro calcio. La vittoria ai rigori gli ha dato una mano: resta una notte nera, ma poteva esserlo perfino di più.

     
     

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