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    Inter, Mancini: 'Avrei voluto allenare l'Arsenal. Una scommessa? Punto su Balotelli'

    Inter, Mancini: 'Avrei voluto allenare l'Arsenal. Una scommessa? Punto su Balotelli'

    Domani Roberto Mancini festeggerà 50 anni, nel giorno in cui l'Inter giocherà in Europa League contro il Dnipro: il Corriere dello Sport ha voluto intervistarlo, dedicandogli cinquanta pillole che raccontano la sua vita.

    27 novembre 1974, Roberto Mancini ha 10 anni
    "Sono a Jesi, vado a scuola, gioco a calcio in parrocchia e ascolto le partite per radio. Tifo Juventus, appena può papà mi porta a vederla".

    27 novembre 1984, Roberto Mancini ha 20 anni. 
    "Sono a Genova, gioco nella Sampdoria, qualche volta bisticcio con Ulivieri ma comincio a giocare le partite che contano".

    27 novembre 1994, Roberto Mancini ha 30 anni. 
    "Sono ancora a Genova, ho vinto lo scudetto e qualche altro trofeo ma non ho conquistato la vecchia Coppa dei Campioni. E nella mia casa ci sono tre bambini in più. Sono i miei figli".

    27 novembre 2004, Roberto Mancini ha 40 anni. 
    "Mi sono trasferito a Milano, sono l’allenatore dell’Inter da pochi mesi. Stiamo ricostruendo la squadra e sento l’atmosfera di un club che ha fatto la storia".

    27 novembre 2014, Roberto Mancini ha 50 anni. 
    "Domani, che giornata: e sono ancora a Milano, quasi per caso, di nuovo tecnico dell’Inter. A volte la vita è incredibile. Se la sera del quarantesimo compleanno mi avessero detto che i 50 anni li avrei festeggiati di nuovo a San Siro, avrei preso tutti per matti. E invece, eccomi qua".

    Su qual è la squadra della sua vita: "La Sampdoria, per forza. Sono arrivato poco più che un bambino, sono andato via uomo. Un uomo arricchito dall’amore di tantissime persone che ho conosciuto a Genova".

    Su chi preferisce tra José Mourinho o Arrigo Sacchi: "Arrigo Sacchi perché ha cambiato il calcio in un momento storico".

    Su chi preferisce tra Adriano Galliani o Luciano Moggi: "Ora che non litighiamo più, tutti e due. Prima litigavamo spesso e allora avrei detto: nessuno dei due".

    Su chi preferisce tra Real Madrid o Barcellona: "Real Madrid, ma ci ho pensato tanto prima di dirvelo".

    Su chi preferisce tra Cristiano Ronaldo o Lionel Messi: "Il sinistro di Messi e il destro di Ronaldo".

    Su chi preferisce tra Diego Maradona o Pelè: "Diego Maradona. Mai visto niente di simile". 

    Su chi preferisce tra Francesco Totti o Alex Del Piero: "Francesco Totti perché l’ho sempre considerato il più simile a me". 

    Su cosa avrebbe voluto fare e che non ha fatto: "Dire sì a Moratti e giocare nell’Inter accanto a Ronaldo. Ve lo immaginate? Da impazzire". 

    Su quale ritiene sia un difensore insuperabile: "Riccardo Ferri, un top". 

    Su cosa preferisce tra Premier e Serie A: "Ora la Premier, 10 anni fa l a serie A". 

    Su quale attaccante sceglierebbe tra Vialli, Gullit, Montella e Vieri: "Vialli perché ci ho giocato una vita insieme. Ma se me ne danno uno a caso, lo prendo comunque".

    Se avesse pensato di scappare per sempre quando stava per perdere il titolo in Premier al termine di Manchester City-QPR: "No, in quel momento ho pensato: non può finire così, ci spero ancora. Il Padreterno è stato generoso".

    Se avesse pensato di avere avuto fortuna quando vinse lo Scudetto con la Lazio, con la Juventus che perse a Perugia: "No, ho pensato: lo scudetto lo meritavamo un anno fa e il Milan ce lo portò via. Ora la sorte ce lo restituisce. A volte la vita è strana".

    Sul suo gol più bello: "A Napoli, cross di Lombardo e tiro al volo di destro. Non credevo ai miei occhi".

    Sul suo gol più brutto: "Il centesimo in Serie A. Gullit mi mette il pallone a un metro dalla riga e io lo butto dentro. Speravo in qualcosa di meglio per celebrare quel traguardo".

    Sul colpo di tacco più affascinante: "Quello di Parma, angolo di Mihajlovic e gol all’incrocio. Irripetibile".

    Sulla squadra che non potrebbe mai allenare: "Il Genoa, mi perdoni Preziosi".

    Sulla vittoria più bella: "Manchester United-Manchester City 1-6. Conquistato l’Old Trafford in una partita che resterà nella storia del calcio inglese".

    Sul fatto se sia stato più difficile imparare l’inglese o trasferirsi in Turchia: "Imparare l’inglese il giorno dopo che il City mi aveva assunto. Una corsa contro il tempo. Istanbul è una città meravigliosa".

    Su dove andrebbe a vivere, dopo aver lasciato il calcio: "Bologna, l’ho lasciata troppo presto e non riesco a non tornarci".

    Sul fatto se a Mancini manchi più un trionfo in Champions o un titolo Mondiale: "La Champions, perché l’ho vista a due passi e non ho potuto prenderla". 

    Su quale partita vorrebbe rigiocare della sua carriera: "Ovvio, la finale di Wembley per la vecchia Coppa dei Campioni sperando che Vialli faccia almeno uno dei gol che ha sbagliato". 

    Su quale squadra avrebbe voluto allenare: "L’Arsenal, che fascino. Ma c’è ancora tempo". 

    Gli viene chiesto di fare una nuova scommessa per la sua carriera: "Punto su Balotelli, io non lo mollo perché so che ha le potenzialità di un giocatore da Pallone d’Oro".

    Su quale derby tra Genova, Milano, Roma, Manchester e Istanbul ritiene sia quello più affascinante: "Quello di Manchester, cornice da brividi. Ma il più caldo è quello di Istanbul: i tifosi avversari non possono andare in trasferta".

    Roberto Mancini il 27 novembre del 2024, a 60 anni, dove si immagina: "Sulla panchina dell’Italia".
     

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