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    Manchester United, via all'era Ratcliffe: ecco come un 'local boy' vuole ricreare l'impero

    Manchester United, via all'era Ratcliffe: ecco come un 'local boy' vuole ricreare l'impero

    • Federico Targetti
    Il regalo di Natale più bello, i tifosi del Manchester United, lo aspettavano ormai da più di un anno, ovvero da quando i Glazer, proprietari del club, hanno messo in vendita una delle società più gloriose della storia del calcio. I Red Devils, ancora oggi tra le prime potenze al mondo a livello di risorse sul mercato e attrattiva per i migliori campioni, sono fiaccati da un decennio di delusioni dal punto di vista sportivo (ultimo campionato nel 2013, poi solo un'Europa League nel 2017 in campo internazionale), e il malcontento è tangibile soprattutto in questa stagione, con numeri disastrosi. Dopo tredici mesi di trattative, Sir Jim Ratcliffe, miliardario, fondatore, presidente e proprietario del gruppo chimico Ineos, si è aggiudicato il 25% delle quote e, quel che è più importante, la responsabilità delle operazioni sportive del Manchester United. Citiamo da nota ufficiale: "Come parte della transazione, Ineos ha accettato la richiesta del Consiglio di delegare la responsabilità della gestione delle operazioni calcistiche del club. Ciò includerà tutti gli aspetti delle operazioni e delle accademie del calcio maschile e femminile, oltre a due seggi nel consiglio di amministrazione del Manchester United PLC e nei consigli di amministrazione del Manchester United Football Club". 

    IMPERO - Multimiliardario (l'anno scorso Forbes dava il suo patrimonio a 13,3 miliardi di dollari, quest'anno si trova a dieci miliardi in più cercando su Internet), Ratcliffe è al comando di Ineos, il colosso che gestisce, produce dagli oli sintetici alle plastiche, fino ai solventi usati per produrre insulina e antibiotici. L’Ineos di Ratcliffe possiede anche il Nizza, club della Ligue 1 francese allenato dall'italiano Farioli e attualmente secondo in classifica, l’FC Lausanne-Sport, squadra della Super League svizzera, e lavora con il Racing Club Abidjan della Ligue One della Costa d’Avorio. È anche dietro i Grenadiers, una delle squadre ciclistiche di maggior successo al mondo. Da oggi l'impero comprende anche lo United, che però è un vero e proprio gigante assopito. 

    LOCAL BOY - Ratcliffe, nelle sue primissime dichiarazioni ufficiali da dirigente dei Red Devils, ha messo subito in chiaro le cose: "Come ragazzo del posto e tifoso da una vita del Club, sono molto contento che siamo riusciti a concordare un accordo con il consiglio direttivo del Manchester United che ci delega la responsabilità manageriale delle operazioni del Club. Sebbene il successo commerciale del Club abbia sempre garantito la disponibilità di fondi per vincere trofei ai massimi livelli, negli ultimi tempi questo potenziale non è stato completamente sfruttato. Porteremo la conoscenza globale, l'esperienza e il talento del più ampio gruppo INEOS Sport per contribuire a promuovere ulteriori miglioramenti nel Club, fornendo allo stesso tempo fondi destinati a consentire investimenti futuri su Old Trafford”. Quindi un tifoso dotato di risorse quasi sconfinate e di vero amore per la squadra, oltre che in possesso di professionisti che sapranno, questa almeno è la speranza, rimediare ai vari errori commessi negli ultimi anni. 

    CHE DISASTRO - Come evidenziato da The Athletic, infatti, ci sono state diverse operazioni, negli ultimi anni, che hanno portato lo United a perdere più partite negli ultimi 10 anni che nei ventisei precedenti, sotto la gestione di Sir Alex Ferguson, il manager più titolato della storia del calcio. Solo nella scorsa stagione si registra un'emorragia di 28 milioni di sterline su un fatturato di oltre 600. Gli esborsi per i cartellini dei calciatori sono stati folli: si parte da Antony, che gli scout del precedente tecnico Solskjaer valutavano al massimo 20 milioni di sterline e che invece è stato pagato 86 pochi mesi dopo; si arriva a Casemiro, 30enne pagato a peso d'oro sia d'ingaggio sia per il cartellino perché pronto subito e dotato di grande esperienza, ma ormai in fase calante. E' questo il grande errore che Ratcliffe non vuole più commettere. Ma si passa anche da Onana, 47 milioni di sterline per averlo dall'Inter che lo aveva preso a zero, Mount, 60 milioni per un giocatore in scadenza di contratto con il Chelsea, e infine Hojlund, 72 milioni all'Atalanta per un giocatore appena appena in doppia cifra che a dicembre non ha ancora trovato il becco di un gol in Premier League. Più nello specifico, tutto il parco attaccanti di Ten Hag (Rashford, Garnacho, Martial, Hojlund, Antony, Pellistri) ha segnato fin qui la miseria di 4 reti in campionato.

    LE PRIME MOSSE - Innanzitutto, la posizione di Erik ten Hag non sembra essere a rischio, almeno non nell'immediato. E' naturale che i nuovi responsabili vogliano rendersi conto con i propri occhi della situazione in cui versa la squadra, ci vuole un po' di tempo. Quindi, il ruolo di ds dovrebbe essere affidato a Paul Mitchell, che ha fatto ottime cose al Monaco e adesso è in pole position per succedere a Murtaugh. Poi, ecco l'uomo di fiducia: Jean-Claude Blanc, dopo 12 anni al PSG e un passato alla Juve, è CEO di Ineos Sport e potrebbe rivestire il ruolo di Chief Executive allo United. Senza dimenticare l'ex capo del recruitment del Liverpool, Michael Edwards. Infine, direttamente dal Nizza è in arrivo Sir Dave Brailsford, che ha guidato fin dal 2003 anche l'ascesa del British cycling team negli anni. C'è tanto, tantissimo lavoro da fare, compreso il rimodernamento di Old Trafford dove piove addirittura dal tetto, ma se c'è qualcuno che può aggiustare le cose, quello è proprio il "local boy" Ratcliffe con una squadra di tecnici di valore assoluto. 

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