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    Manchester United, una crisi senza fine: ten Hag, direttore artistico del 'Teatro del Nulla'

    Manchester United, una crisi senza fine: ten Hag, direttore artistico del 'Teatro del Nulla'

    • Gabriele Stragapede
    La situazione a Manchester, sponda United, è disastrosa. I successi dell’era di Sir Alex Ferguson (che aveva subito solo 34 sconfitte casalinghe nei suoi 27 anni alla guida del club, mentre i suoi successori, dal 2013 a ora, ne hanno già centrate 35) sono ormai un lontano ricordo per i tifosi dei Red Devils che, nemmeno in questa annata, sembrano trovare pace. Le polemiche sui social impazzano (c’è chi, addirittura, sarebbe disposto a scambiare l’intera propria rosa per l’arci-nemico Erling Haaland, trascinatore dei rivali del City e futuro Pallone d’Oro, a vedere, sulla carta, la graduatoria di quest’anno che ha visto Messi prevalere), le grandi bandiere del passato non trovano una risposta al momento che sta vivendo il grande e glorioso Man United, la cui gloria, appunto, sta precipitando in un baratro dal quale sarà difficile uscire, specialmente se la situazione continuerà a rimanere tale in quel di Old Trafford. Il Teatro dei Sogni si sta trasformando in un preoccupante palco degli incubi, in un "Teatro del Nulla". Ma andiamo con ordine.

    PESSIMI RISULTATI – La bufera scatenatasi a Manchester è frutto degli ultimi risultati ottenuti dalla formazione di ten Hag. Nella serata di ieri è arrivata una cocente eliminazione dalla Carabao Cup (Coppa di Lega): un 3-0 secco e inequivocabile per mano del Newcastle (in una partita che ha visto più giocatori indossare la fascia di capitano, ben 3, che tiri in porta per lo United, solo 2). La peggiore sconfitta contro i Magpies dal 1930, nonché il secondo 3-0 consecutivo (considerando anche la Premier League) subito dai Red Devils, dopo la batosta inflittagli da Haaland e compagni nel derby contro i Citizens. Era dal 1962 che lo United non perdeva due match di fila per 3-0. Ma le ultime due partite, in realtà, sono l’impietosa manifestazione della stagione che sta vivendo il club di Manchester: 5ª sconfitta casalinga su 10 partite disputate (il record peggiore sin dal 1930), uno score che si va a sommare agli altri risultati ottenuti, che permette al conto di salire a 8 sconfitte nelle prime 15 gare stagionali (il peggior avvio dal 1962). Aggiungiamoci anche il solo 8° posto in campionato e i miseri 3 punti ottenuti in Champions League, la cui qualificazione agli ottavi dipenderà dalla sfida che gli uomini di ten Hag disputeranno in Turchia contro il Galatasaray. Lo scenario è preoccupante. Ma le fredde statistiche sono solo una parte dell’analisi del momento dello United. Oltre ai numeri, infatti, c’è molto di più.

    TEN HAG IN CONFUSIONE – Oltremanica, ci si comincia a porre una domanda dal contenuto delicato quanto importante: Erik ten Hag è ancora l’allenatore giusto per sollevare le sorti del Manchester United? La risposta, come sempre, la darà il campo ma, come evidenziato, al momento le prestazioni non sono a favore del tecnico olandese, visto che un avvio del genere, in casa United, non lo si viveva da almeno 60 anni. Il credito dello scorso anno (per aver ritrovato l’accesso alla massima competizione europea) si sta esaurendo. La credibilità di un progetto tecnico, partito con le migliori aspettative – anche grazie a decisioni di un certo spessore, come rinunciare a Cristiano Ronaldo – sta vacillando sempre più verso il basso. Eppure, da parte della proprietà, sono arrivati sforzi economici importanti, che hanno visto la famiglia Glazer spendere 446 milioni di euro dall’arrivo di ten Hag sulla panchina dei Red Devils. Qualcosa, dunque, non torna. Sarà la fragilità psicologica dimostrata dal gruppo squadra, sarà la serie di infortuni avuti nelle ultime settimane (che hanno falcidiato la rosa dello United), sarà che vincere aiuta a vincere (e i successi latitano a Old Trafford), sarà l’assenza di una figura dirigenziale di spessore, saranno le voci che vogliono i Glazer pronti alla cessione, sarà quel che sarà, cantava qualcuno. Sta di fatto che il sole ha smesso di splendere su ten Hag e sul Manchester United. La luce in fondo al tunnel è lontana e non sembra mai avvicinarsi.

    SQUADRA SPACCATA – L’infinita voragine nella quale sta sprofondando lo United è si sta smisuratamente allargando. Dall’Inghilterra, infatti, fanno sapere che alcuni componenti della rosa dei Red Devils hanno cominciato a perdere fiducia nelle capacità e nelle potenzialità del proprio tecnico, visto come il colpevole principale di questa crisi senza fine. Dubbi che alimentano le nubi sulla testa di ten Hag che, per non farsi mancare nulla, ha visto mettere nel mirino anche la gestione del caso Sancho, con dirigenza e senatori che non hanno apprezzato le scelte del manager ex Ajax, sfiduciato persino dai propri giocatori (costretti, tra l’altro, ad ascoltare i festeggiamenti dei Citizens dopo il derby), anche se gli stessi non stanno dimostrando il valore che il loro talento richiede. L’attacco vede il solo Rashford (sì, lo stesso che, per festeggiare il suo compleanno, ha organizzato una festa in discoteca subito dopo la sonora sconfitta nella stracittadina contro il City di Guardiola) aver messo a referto una singola rete, Hojlund in Premier League non si è ancora sbloccato. Mount non ha mai brillato né inciso, Casemiro è un lontano parente del giocatore ammirato a Madrid. In difesa Maguire e Onana hanno reso ben al di sotto delle aspettative, regalando reti e punti in diverse occasioni. Ma, si sa, nel calcio vanno in campo i giocatori ma sono poi gli allenatori a pagarne le conseguenze.

    ESONERO IN VISTA? – Dunque, un altro quesito sorge spontaneo: ten Hag verrà allontanato dalla panchina del Manchester United? In realtà, è difficile. In Inghilterra, infatti, si rincorrono le voci che ne chiedono l’esonero immediato. Ma c’è un però. L’esonero dell’olandese costerebbe ai Red Devils la bellezza di 17 milioni di euro ed è per questo motivo che la dirigenza starebbe tentennando nel prendere una scelta così perentoria e definitiva. Chiaro che saranno i risultati l’ago della bilancia del futuro di ten Hag. Un futuro che lo stesso manager vede comunque roseo - "Capisco che quando i risultati non vanno bene, è logico che si sollevino domande. Ma sono fiducioso di potercela fare. In questo momento ci troviamo in una brutta situazione e me ne assumo la responsabilità. Sono un combattente e la vedo come una sfida" ha dichiarato nel post partita contro i Magpies – ma sul quale un ex bandiera non è pronto a giurare che si delinei con un finale positivo, anzi. Su X, l’ex stella Gary Neville ha parlato così: "Ieri sera (contro il Newcastle) abbiamo visto il Teatro dei Sogni trasformarsi nel 'Teatro del Nulla'. Tutti i tifosi dello United erano annoiati e se ne andarono a desiderare di più. In campo i giocatori sono sotto shock, le prestazioni sono mediocri e l'allenatore è in difficoltà davanti ai nostri occhi. L'abbiamo già visto, sappiamo come andrà a finire e ne abbiamo avuto abbastanza". Sappiamo come andrà a finire. D’altronde la crisi del Manchester United non fa sconti a nessuno, specialmente a ten Hag. Saranno 10 giorni di fuoco per uscire da questo tunnel senza fine. Il prossimo periodo risponderà ai nostri quesiti. Al direttore artistico del "Teatro del Nulla" l'ardua sentenza.

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