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Manchester United, 60 anni fa la tragedia di Monaco: il ricordo VIDEO
LA TRAGEDIA - Quel 6 febbraio 1958 Busby e i suoi ragazzi erano di ritorno da Belgrado, dopo aver staccato il pass per le semifinali di Coppa Campioni trionfando nel doppio confronto contro la Stella Rossa: avrebbero incrociato il Milan. Il volo 609 della British Airways si trovò nelle condizioni di fare scalo a Monaco di Baviera, tappa intermedia nel tragitto verso casa, per rifornirsi di carburante. Una serie di avversità di natura tecnica (lunghezza della pista insufficiente), climatica (la presenza di ghiaccio) e, naturalmente, umana causarono la collisione dell'aereo, che aveva ritardato il decollo a causa dell'insufficiente velocità, con la recinzione: inevitabile l'esplosione. Più della metà dei giocatori (ai quali va aggiunta buona parte di staff e giornalisti) non riuscì a sopravvivere - su tutti, l'astro nascente Duncan Edwards, centrocampista considerato il più talentuoso di tutti, ricordato QUI -, mentre il loro 'padre putativo' Matt Busby e altri uomini, compreso il futuro Campione del Mondo 1966 Bobby Charlton ebbero la sorte dalla loro parte, nonostante le gravi ferite riportate.
LIETO FINE - Cosa sarebbe stato dei Busby Babes, se tutto ciò non fosse accaduto? Quali fatti riporterebbero i libri di storia, come sarebbe cambiato il calcio? Impossibile dirlo: la storia non si fa certo con le sliding doors, ma il disastro aereo di Monaco di Baviera è stato senz'altro un duro colpo per il calcio. Una ferita che non si è del tutto rimarginata, nonostante i pochi sopravvissuti siano riusciti a ripartire da zero per ricostruire dalle macerie, con abnegazione e tenacia inaudite, gettando le basi per quello che dieci anni dopo, nel '68, sarebbe stato il primo trionfo in Coppa dei Campioni di una squadra inglese (l'anno precedente trionfarono gli scozzesi del Celtic) sempre con Busby in panchina: la dolce rivincita dei sopravvissuti, feriti e miracolosamente riemersi. In memoria dei caduti.