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    Manchester è il manifesto del Real Madrid: la Champions passa sempre dai Blancos

    Manchester è il manifesto del Real Madrid: la Champions passa sempre dai Blancos

    • Federico Albrizio
    In emergenza, non sempre spumeggiante, deludente nella prima parte della competizione. Eppure la storia non cambia e da febbraio il ciclo si ripete: il Real Madrid ricorda a tutti che la Champions League è casa sua e sottovalutarli è un errore imperdonabile.

    La vittoria di Manchester è il manifesto di cosa significhi affrontare i blancos in Europa e di quanto possa essere sbagliato pensarli fuori dalla corsa per la vittoria finale dopo aver visto delle difficoltà iniziali: quando la Champions entra nella sua seconda fase tutto passa in secondo piano e la squadra di Carlo Ancelotti torna a fare la voce grossa.

    Tutto è riassunto in quella toppa con le 15 coppe vinte sul braccio, quella che Vinicius Jr ha indicato ai tifosi del City anche in risposta alla coreografia con sfottò per il Pallone d'Oro vinto da Rodri sul brasiliano: quando si tratta delle merengues la storia ha un peso, sempre.

    FASE CAMPIONATO DIMENTICATA - Molti alla vigilia non avevano dubbi: "Il Real Madrid non è in grado di vincere a Manchester". Chiedere a Sergio Aguero, che aveva scommesso sulla vittoria sui suoi ex compagni del City e su Twitch si era lasciato sfuggire una battuta sull'eventualità che gli spagnoli espugnassero l'Etihad: "Me corto las pelotas", un'espressione che letteralmente si traduce in un concetto forte ("Mi taglio i testicoli") e figurativamente intende "sarei sconvolto".

    A giustificare la sensazione, nonostante i Cityzens siano nel pieno di una delle stagioni più complicate e finora deludenti della gestione Pep Guardiola, il cammino altalenante del Real nella prima parte della stagione e soprattutto nella fase campionato della Champions, chiusa all'11° posto grazie alle tre vittorie finali contro Atalanta, Salisburgo e Brest. Una sfida tra squadre in difficoltà nella quale far valere il fattore campo, la più lineare delle interpretazioni. I madridisti, però, hanno voluto ribadire ancora una volta come l'inizio della fase a eliminazione diretta coincida quasi sempre con un cambio di marcia da parte dei campioni in carica, che non vogliono abdicare così in fretta.

    OLTRE L'EMERGENZA - A Manchester lo hanno fatto andando sotto due volte e rimontando altrettante volte. Andando oltre anche a quelle delle difficoltà oggettive con cui è costretto a fare i conti Ancelotti. La difesa è in emergenza totale, una costante in questa stagione per il Real. Basti pensare che di fatto quella vista contro il City è una linea a quattro rivisitata in tutti gli effettivi, visto che i quattro titolari sono tutti fuori: per Dani Carvajal e Eder Militao il 2024/25 è finito presto per due gravi infortuni al ginocchio, ma all'Etihad mancavano anche David Alaba e Antonio Rudiger per problemi muscolari così come Lucas Vazquez, prima alternativa come terzino destro.

    Se a sinistra c'è Mendy di ruolo, al centro è stato necessario dare fiducia al giovane Asencio e arretrare nuovamente Tchouaméni, mentre a destra si è dovuto sacrificare ancora una volta Valverde, sempre più simbolo della resilienza blanca. Inevitabile che un reparto arrangiato concedesse a una squadra di qualità come il City, così come è accaduto anche in campionato recentemente contro Espanyol e Atletico, ma la forza del Real è stata quella di andare anche oltre a questa emergenza.

    L'ATTACCO INGRANA - Per riuscirci è stato fondamentale avere un attacco che sta sta trovando sempre più le misure per sfruttare al meglio il potenziale straordinario di cui dispone. Inutile elogiare ancora una volta i soliti Mbappé, Vinicius Jr, Bellingham e Rodrygo o anche l'ex Milan Brahim Diaz - decisivo dalla panchina -, le loro qualità si traducono chiaramente nei numeri: a Manchester 20 conclusioni totali di cui 11 in porta, una produzione offensiva che spiega le 3 reti della gara e come si sia arrivati a 94 gol realizzati in 38 partite stagionali finora. L'attacco è senza alcun dubbio la forza che sta trascinando una squadra che nelle stesse partite ha incassato 45 gol e nella fase a eliminazione diretta della Champions è il fattore che più incute timore.

    Sia chiaro, il Real Madrid non è una corazzata inaffondabile e anche la partita di Manchester in questo senso ne è stato un altro esempio, perché se la squadra di Ancelotti ha avuto la forza di rimontare va sottolineato che ancora una volta si è trovata nella condizione di doverlo fare: la storia insegna che non sempre chi insegue riesce nell'impresa di ribaltare la situazione, i blancos hanno le loro criticità nella fase di non possesso come spiegato e la permeabilità difensiva è il vero nodo sul quale lavora il tecnico di Reggiolo sperando di avere qualche buona notizia dall'infermeria per Alaba e Rudiger.

    Infortuni, difficoltà, rischi. Eppure il Real Madrid è sempre lì. E ricorda ancora una volta come non possa mai essere escluso dal ristretto pool di candidate alla vittoria finale. Mercoledì 19 febbraio al Santiago Bernabeu dovrà difendere il vantaggio conquistato in Inghilterra e guadagnarsi l'accesso agli ottavi di finale, dove potrebbe anche trovarsi di fronte a un nuovo derbi con l'Atletico (o pescare il Bayer Leverkusen). Nel frattempo la sfida d'andata contro il City lancia un segnale chiaro: mai sottovalutare la squadra di Ancelotti, la Champions passa sempre dai blancos.

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    Utente vxl 39581
    Utente vxl 39581

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