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City campione d'Inghilterra: Guardiola e Haaland puntano il Treble, ma due stelle sono al passo d'addio
HAALAND LA MACCHINA – Non può non essere ricordato, innanzitutto, come il campionato di Erling Haaland: 36 reti, già battuti Andy Cole e Alan Shearer fermi a 35 nella classifica dei cannonieri in una singola stagione di Premier League, al cyborg norvegese rimane solo il record di Jimmy Greaves, che nel 1960/61 chiuse la stagione col Chelsea a quota 41 reti. Ancora la Premier League di oggi non esisteva. Tempo per raggiungere anche Greaves? Tre partite, difficile per molti, non impossibile per Erling.
LA SVOLTA TECNICA – Guardiola ha sempre avuto una dose sconfinata di talento per le mani, e il problema semmai era come farlo fruttare tutto assieme. Dopo la partenza di Zinchenko in estate, proprio in direzione Arsenal, e di Cancelo in inverno direzione Bayern, il tecnico catalano ha ovviato alla penuria di terzini a sinistra avanzando uno dei due centrali di difesa, solitamente Stones, accanto al mediano Rodri in fase di impostazione. Questo assetto, apparentemente sbilanciato ma in realtà ben protetto con difensori fisici e veloci quali Walker, Dias e Aké, ha permesso di raggruppare sulla trequarti Grealish (o Mahrez), Gundogan, De Bruyne (28 assist in stagione!) e Bernardo Silva dietro un finalizzatore puro e spietato come Haaland. Il risultato è stato incontenibile per l’Arsenal, che pure, come il Napoli, aveva chiuso il girone di andata alla vertiginosa quota di 50 punti.
CHE RIMONTA – Al giro di boa, i punti di distacco dai Gunners erano comunque solo 5: straordinario quanto fatto dai ragazzi di Arteta, che però dopo l’inizio del girone di ritorno hanno perso il loro leader difensivo Saliba, e con lui parte delle loro certezze: il City ha operato il sorpasso nell’ultima decina di aprile, pur con delle gare da recuperare, e lo scontro diretto all’Etihad il 26 dello stesso mese ha visto un roboante 4-1 in favore di quelli che alla lunga si sono dimostrati i più forti. La supremazia in campo inglese sarà da confermare nella finale di FA Cup il 3 giugno contro i cugini dello United: vincendo questa partita e la finale di Champions una settimana dopo, sarebbe Triplete, o Treble come si dice Oltremanica
AL PASSO D’ADDIO – Due degli uomini-chiave della campagna appena conclusa in trionfo, Ilkay Gundogan e Bernardo Silva, probabilmente saluteranno alla fine di questa stagione: il tedesco non dà cenni di voler rinnovare il contratto prossimo alla scadenza ed è corteggiato dal Barcellona, mentre il portoghese, protagonista assoluto della semifinale di ritorno di Champions League con una doppietta, è in cima alla lista del Paris Saint-Germain che cerca nuove stelle dopo la fine della storia con Messi e, quasi sicuramente, anche con Neymar. Anche nella scorsa estate Bernardo è stato sul punto di partire: aveva nostalgia di casa e un trasferimento al Barcellona lo avrebbe soddisfatto, ma i catalani non sono riusciti a finalizzare l’affare per via dei noti problemi a livello economico nella registrazione dei nuovi tesserati. Ora l’ex Monaco e l’ex Dortmund possono salutare nel migliore dei modi, cioè raggiungendo l’obiettivo per cui lo sceicco Mansour ha rilevato la società nel 2008. Meglio tardi che mai? Starà all’Inter provare a rimandare qualcosa che Guardiola sembra aver reso inevitabile.