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    City campione d'Inghilterra: Guardiola e Haaland puntano il Treble, ma due stelle sono al passo d'addio

    City campione d'Inghilterra: Guardiola e Haaland puntano il Treble, ma due stelle sono al passo d'addio

    • Federico Targetti
    La matematica non è un’opinione: 37 partite giocate su 38, 4 punti di distacco dal Manchester City capolista: l’Arsenal non può più raggiungere gli uomini di Guardiola, che si laureano campioni d’Inghilterra per la quinta volta negli ultimi sei anni. Un dominio assoluto rotto soltanto nel 2019-20 dal Liverpool di Klopp e che il 10 giugno potrebbe essere amplificato a livello europeo con la conquista della tanto agognata Champions League, sfuggita un paio d’anni fa nella finale 2021 col Chelsea di Kai Havertz. Sulla strada dei Citizens c’è l’Inter, ma prima a Manchester è tempo di festeggiare l’ennesimo titolo domestico, arrivato dopo una rimonta esaltante e grazie all’ennesima trovata tattica di Guardiola.

    HAALAND LA MACCHINA – Non può non essere ricordato, innanzitutto, come il campionato di Erling Haaland: 36 reti, già battuti Andy Cole e Alan Shearer fermi a 35 nella classifica dei cannonieri in una singola stagione di Premier League, al cyborg norvegese rimane solo il record di Jimmy Greaves, che nel 1960/61 chiuse la stagione col Chelsea a quota 41 reti. Ancora la Premier League di oggi non esisteva. Tempo per raggiungere anche Greaves? Tre partite, difficile per molti, non impossibile per Erling.

    LA SVOLTA TECNICA – Guardiola ha sempre avuto una dose sconfinata di talento per le mani, e il problema semmai era come farlo fruttare tutto assieme. Dopo la partenza di Zinchenko in estate, proprio in direzione Arsenal, e di Cancelo in inverno direzione Bayern, il tecnico catalano ha ovviato alla penuria di terzini a sinistra avanzando uno dei due centrali di difesa, solitamente Stones, accanto al mediano Rodri in fase di impostazione. Questo assetto, apparentemente sbilanciato ma in realtà ben protetto con difensori fisici e veloci quali Walker, Dias e Aké, ha permesso di raggruppare sulla trequarti Grealish (o Mahrez), Gundogan, De Bruyne (28 assist in stagione!) e Bernardo Silva dietro un finalizzatore puro e spietato come Haaland. Il risultato è stato incontenibile per l’Arsenal, che pure, come il Napoli, aveva chiuso il girone di andata alla vertiginosa quota di 50 punti.

    CHE RIMONTA – Al giro di boa, i punti di distacco dai Gunners erano comunque solo 5: straordinario quanto fatto dai ragazzi di Arteta, che però dopo l’inizio del girone di ritorno hanno perso il loro leader difensivo Saliba, e con lui parte delle loro certezze: il City ha operato il sorpasso nell’ultima decina di aprile, pur con delle gare da recuperare, e lo scontro diretto all’Etihad il 26 dello stesso mese ha visto un roboante 4-1 in favore di quelli che alla lunga si sono dimostrati i più forti. La supremazia in campo inglese sarà da confermare nella finale di FA Cup il 3 giugno contro i cugini dello United: vincendo questa partita e la finale di Champions una settimana dopo, sarebbe Triplete, o Treble come si dice Oltremanica

    AL PASSO D’ADDIO – Due degli uomini-chiave della campagna appena conclusa in trionfo, Ilkay Gundogan e Bernardo Silva, probabilmente saluteranno alla fine di questa stagione: il tedesco non dà cenni di voler rinnovare il contratto prossimo alla scadenza ed è corteggiato dal Barcellona, mentre il portoghese, protagonista assoluto della semifinale di ritorno di Champions League con una doppietta, è in cima alla lista del Paris Saint-Germain che cerca nuove stelle dopo la fine della storia con Messi e, quasi sicuramente, anche con Neymar. Anche nella scorsa estate Bernardo è stato sul punto di partire: aveva nostalgia di casa e un trasferimento al Barcellona lo avrebbe soddisfatto, ma i catalani non sono riusciti a finalizzare l’affare per via dei noti problemi a livello economico nella registrazione dei nuovi tesserati. Ora l’ex Monaco e l’ex Dortmund possono salutare nel migliore dei modi, cioè raggiungendo l’obiettivo per cui lo sceicco Mansour ha rilevato la società nel 2008. Meglio tardi che mai? Starà all’Inter provare a rimandare qualcosa che Guardiola sembra aver reso inevitabile.

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