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    Manchester City: 340 milioni per il nuovo Etihad, mentre l'Italia aspetta il 'grande evento' e la Turchia fa paura

    Manchester City: 340 milioni per il nuovo Etihad, mentre l'Italia aspetta il 'grande evento' e la Turchia fa paura

    • Marcel Vulpis
      Marcel Vulpis
    Approvato il nuovo piano di sviluppo dell’Etihad stadium, “casa” dei supporter del Manchester City. Un’operazione del valore stimato di 340 milioni di euro con il coinvolgimento diretto della municipalità. Il tutto studiato per potenziare le aree di ospitalità e gli spazi comuni destinati ai supporter. Il progetto prevede un ampliamento della tribuna nord con conseguente aumento di capacità dell’impianto (a regime si supererà il tetto dei 60mila spettatori). All’interno di questa nuova area verrà allestito uno sky bar hi-tech. Sono previsti inoltre diversi punti di ristoro, un’area museale, uno store ufficiale del club e una struttura alberghiera da 500 posti letto. Tra le novità una “fan zone” coperta in grado di ospitare 3mila unità, oltre alla possibilità di fornire spazi di co-working a realtà aziendali locali (con le quali instaurare accordi di collaborazione commerciale). Il progetto in esame sarà consegnato entro 3 anni dall’inizio dei lavori. 
     
    Euro 2032: ultima chiamata per l’Italia - La notizia del Manchester City, asset primario dell’holding City Football Group, conferma la velocità d’azione del mercato europeo (in primis britannico e tedesco) sul fronte degli investimenti finalizzati alla costruzione degli stadi di calcio. 
    Nel complesso sono stati 187 gli impianti costruiti in Europa tra il 2007 e il 2021 con più di 22 miliardi di euro investiti. Attività che hanno determinato una crescita dell’affluenza (nella misura del 50%), generando flussi e ricavi aggiuntivi anche nei giorni feriali (i cosiddetti “no match days”). In Italia invece c’è ancora il “mito” del grande evento come motore di nuovi investimenti. Con questa logica il nostro Paese purtroppo è scivolato al 10° posto in Europa, superato anche da Ungheria, Polonia e Turchia. La stessa, quest’ultima, che ci sfiderà per l’assegnazione di Euro2032. 
    La federcalcio turca si presenta forte di un budget “monstre”, in caso di vittoria, pari a 1 miliardo di euro, con 17 stadi moderni, sull’intero territorio, in consegna già prima della scadenza degli Europei. 
    L’Italia nel frattempo ha risposto con la promessa governativa di sostenere la candidatura (per l’occasione è nato un comitato interministeriale), mentre l’anello debole, ancora una volta, è il parco impianti, vecchio e obsoleto (l’età media degli impianti tricolori è 62 anni). C’è quindi da augurarsi che il nostro Paese possa vincere per sfruttare al massimo l’ultima chance di riammodernamento delle proprie strutture. L’alternativa, in caso contrario, è accettare un costante declino del prodotto calcio italiano, che ha un bisogno imprescindibile di nuove strutture dotate di tutti i comfort molto più di altri Paesi (come ad esempio l’Inghilterra) all’avanguardia nella progettazione di smart arenas. 
     

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