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    Man United-Bayern, l'analisi di Benny Carbone: 'Tutti i meriti di Guardiola'

    Man United-Bayern, l'analisi di Benny Carbone: 'Tutti i meriti di Guardiola'

    • Benny Carbone
    Questa sera all'Old Trafford va in scena l'andata dei quarti di finale di Champions League tra il Manchester United, schierato con il 4-3-3, e il Bayern Monaco, in campo con un 4-2-3-1 molto simile ad un 4-3-3, poiché Kroos si abbassa sulla linea dei centrocampisti per impostare il gioco. Pesanti per Guardiola le assenze di Thiago Alcantara a metà campo e di Dante in difesa, che obbliga il tecnico spagnolo ad arretrare Javi Martinez al fianco di Boateng. Anche per Moyes ci sono diversi giocatori che danno forfait, soprattutto in difesa: oltre a Van Persie non sono della partita Evra, Evans, Smalling e Rafael. L'approccio al match è impressionante da parte di entrambe le squadre, un'intensità che si vede raramente (soprattutto in Italia) e ritmi elevatissimi. Il Bayern è la proiezione sul campo della mentalità e delle idee di Guardiola, le stesse che aveva il Barcellona: la squadra tedesca impone il ritmo di gioco in maniera devastante, con un possesso palla sostenuto, ma per nulla passivo anche grazie alla grande qualità di giocatori come Ribery e Robben che danno sempre l'impressione di poter far male con le loro percussioni e le loro combinazioni.

    Dall'altra parte il Manchester United imposta la partita in maniera attendista (tranne i primi minuti in cui propone un pressing altissimo) con le linee di centrocampo e di difesa molto serrate ma senza uscite predefinite (probabilmente perché i giocatori del Bayern non mantengono posizioni chiare). E' infatti il giocatore più vicino al portatore di palla ad uscire, ma è un pressing individuale, molto diverso da quello del Bayern che porta subito 3-4 giocatori più vicini in pressione mentre gli altri vanno sulle marcature preventive. Il primo tempo è un dominio del Bayern, che crea pericoli con Robben e Ribery che, accentrandosi, riescono a combinare tra di loro ed a lasciare le corsie libere per i terzini (Alaba e Rafinha). Il Manchester United cerca con 2-3 passaggi di arrivare sull'esterno, soprattutto con Valencia, che mette in mezzo una grande quantità di cross sempre allontanati dai ben posizionati centrali di difesa del Bayern, Boateng e Javi Martinez. L'occasione da goal più chiara per la squadra di Moyes arriva al 40' con Welbeck che, a tu per tu con Neuer, tenta un pallonetto respinto alla grande dal portiere tedesco. Il primo tempo termina sul punteggio di 0-0.

    Il secondo tempo è figlio del primo: è sempre il Bayern ad imporre il gioco anche se il Manchester United ha più vivacità grazie anche all'innesto di Kagawa al posto di Giggs. Una svolta della partita si ha al 58' quando Vidic, capitano dei Red Devils e prossimo difensore dell'Inter, viene lasciato libero su calcio d'angolo (prima da Lahm, poi da Boateng) ed insacca di testa alla spalle di un incolpevole Neuer. Sotto di un gol, Guardiola decide di sostituire Müller con Mandzukic per dare più peso all'attacco. Una mossa azzeccata perché l'attaccante croato è decisivo nell'azione che porta al pareggio: al 67' un bellissimo fraseggio corale del Bayern Monaco porta al cross di Rafinha per Mandzukic il quale, con un'impeccabile sponda di testa, premia l'inserimento di Schweinsteiger, bravo a battere De Gea. La partita cambia ancora, sia Moyes che Guardiola tentano di vincere: il tecnico inglese schiera una formazione più offensiva con Ashley Young (subentrato a Büttner) come ala destra, Valencia come terzino destro e Jones, schierato dall'inizio come esterno destro di difesa, terzino sinistro, il secondo passa ad un vero e proprio 4-2-3-1 sostituendo Kroos con Götze. Nel finale succede bene poco il Bayern mantiene il possesso palla ma non arrivano occasioni da entrambe le parti. Finisce 1-1, un buon risultato firmato ancora una volta da Guardiola: accusato nelle scorse stagioni di alzare trofei grazie alla bravura dei singoli del Barcellona, ha dimostrato di essere un grande allenatore con una mentalità vincente, riuscendo a cambiare totalmente i suoi giocatori, ottenendo risultati strabilianti.

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