Malesani ricorda la sua Fiorentina: 'Batistuta e Rui Costa non volevano Edmundo. Ecco perchè ho lasciato dopo un solo anno'
“Ringrazio di cuore tutti i tifosi viola che sono ancora a me legati nonostante sia passato tanto tempo. La Fiorentina per me è stato un passaggio importante della mia carriera ed è sempre nel mio cuore: mi sono divertito molto, eravamo un bel gruppo e riuscimmo a far un anno splendido. Ricordo che prima di chiamarmi la Fiorentina venne a seguire i miei allenamenti ai tempi del Chievo, poi il primo a chiamarmi fu Cinquini e ultimo, non per importanza, Giancarlo Antognoni. Come sono riuscito a cambiare mentalità alla squadra? Con quella Fiorentina li eravamo precursori di un calcio che anche adesso potrebbe funzionare. Sono passati tanti anni e credo che sia stato frutto della fiducia che sentii nell’ambiente di Firenze: la mia spregiudicatezza di proporre quelle idee ai giocatori, e forse anche il modo di allenare che è sempre stato un mio segreto. Quello che ho imparato, e che conta piu di tutti, è la società che deve proteggerti da tutto quello che succede attorno alla squadra”
Il tecnico ha poi parlato dell’arrivo a Firenze di Edmundo: “Mi ricordo che quando fu preso, nessuno mi informò e mi chiamò direttamente Antognoni per scusarsi. Quello era un cavallo da domare, ma anche un grande acquisto. Batistuta e Rui Costa non lo vedevano di buon grado perché aveva comportamenti eccessivi, infatti quando lo misi in panchina lui se ne andò. Dovetti convincere Batistuta e Rui Costa a dare fiducia a Edmundo, perché in allenamento faceva grandi cose e a volte mi ascoltava anche più di altri”.
Infine ha poi commentato il suo addio a Firenze: “Ero pronto a rinnovare il contratto e tutta Firenze mi voleva, ma Vittorio Cecchi Gori no. Il suo difetto è che aveva troppe manie di protagonismo. Poi quando mi accordai con il Parma ci ripensò e fece di tutto per trattenermi, ma ormai era troppo tardi”.