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    Malagò detta soluzioni al calcio, ma quando toccò a lui fu un disastro. Doveva dimettersi

    Malagò detta soluzioni al calcio, ma quando toccò a lui fu un disastro. Doveva dimettersi

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Giovanni Malagò sa come si fa. E spiega come avrebbe fatto lui, se ne avesse avuto potere, per risolvere la crisi da Covid-19 che sta devastando il mondo del calcio. Sia in Italia che all'estero. Lo ha spiegato nel corso di un'intervista rilasciata al direttore del Corriere dello Sport-Stadio, Ivan Zazzaroni. Una chiacchierata nel corso della quale il presidente del Coni ha illustrato le sue mosse più significative da quando è a capo dello sport italiano: la nuova suoneria interna dei telefoni Coni (avanti con Ennio Morricone, oh yes) e la sostituzione del logo (“il vecchio candelabro”) con “lo scudetto bordato in oro e i cinque cerchi olimpici, assoluta distinzione”. Hip hip Fuffah! E in attesa che si passi alla laminazione obbligatoria delle sopracciglia per tutti i dipendenti del Comitato Olimpico, il presidente che perennemente veglia (“Pensi che io dorma?”) sullo sport italiano ha detto la sua su come avrebbe fatto per risolvere i problemi del calcio.

    Un'iniziativa modello conclave. Avrebbe chiuso in una stanza tutte le componenti e gli stakeholders del mondo del calcio. Cioè la Federazione, le leghe, le associazioni dei calciatori e degli allenatori, le televisioni, persino gli organismi internazionali (loro mica possono dormire, eccheccazzo!) e non li avrebbe fatti uscire fino a che non avessero prodotto un documento condiviso. Sottinteso: decidessero pure a chi toccasse pagare il catering. Idea bellissima, da applausi a scena aperta. E però c'è un però.

    A lanciarla sarà mica lo stesso Malagò Giovanni che, da commissario della Lega di Serie A, chiuse in una stanza i presidenti della cosiddetta “Confindustria del calcio italiano” per fare eleggere Gaetano Micciché alla presidenza? Presidente doveva essere e presidente fu. Nessun dorma. Come sia andata a finire, e quali siano stati gli strascichi di quell'immane pateracchio, è noto a tuttiCose che succedevano “quando c'era lui” a non dormire sulle sorti calcio italiano. In un paese normale, un presidente di comitato olimpico che avesse combinato siffatto disastro si sarebbe dimesso, o sarebbe stato dimissionato con le buone o con le cattive. Invece Malagò è sempre lì e racconta “quale soluzione avrei preso se”. Chiudiamolo pure in una stanza, lasciando che fra quelle quattro mura continui a coltivare l'idea di essere un grande dirigente sportivo. E fuori da quel vano provvediamo a trovare un nuovo capo per lo sport italiano. Se poi costui avesse l'abitudine di concedersi una pennica pomeridiana, ce ne faremmo una ragione.

    @pippoevai

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