Maicon-Krasic:| Scintille sulla destra
Inter e Juve si lasciano solo il tempo per guardarsi negli occhi, al primo fischio di Banti comincia un duello pieno di corse e dribbling, di contrasti e rincorse. Non c’è un attimo di pace sull’erba di San Siro, i nerazzurri scattano prendendo il comando delle operazioni nella fase iniziale, la Juve riesce a evitare qualche brutto rischio per venirne fuori dopo una ventina di minuti costruendo qualche palla gol che, psicologicamente, frena i rivali e riequilibra la partita. Anche nelle cifre, tra possesso palla e gestione del gioco si resta coi nerazzurri in vantaggio risicato sino all’ultimo quarto d’ora, quando i bianconeri forse accusano l’impegno in Europa League (giovedì a Manchester) e le 24 ore di riposo in meno (i nerazzurri hanno tritato il Werder Brema mercoledì a San Siro), così i nerazzurri salgono sino a 438 passaggi (a 261) con un 82,19% di precisione (a 75,86%) che segnala soltanto la capacità di tenere il campo ma non basta per vincere. Anzi, se le conclusioni sono sostanzialmente pari, la Juve arriva alla conclusione con maggiore precisione (8 tiri in porta a 4).
LANCI LUNGHI — Utilizzando qualche volta troppo i lanci lunghi, l’Inter gestisce palla con maggiore continuità mentre i bianconeri si difendono davanti all’area, cercando di ripartire con manovre corte e rapide sugli esterni, sfruttando soprattutto Krasic. Sul piano della pericolosità però la squadra di Benitez rende esattamente come la Juventus. Il pareggio non si giustifica con i palleggi e il numero dei passaggi — nei quali i nerazzurri dominano il campo — ma con le azioni d’attacco e le giocate nell’area avversaria.