Morata e Martial: sogni infranti sul mercato, forzati a restare per il rilancio
MALINCONICO - Anni indimenticabili, quelli vissuti alla Juventus, per Morata. Una traccia indelebile nella vita, quella vera, scevra dal calcio e dalle sue dinamiche: la moglie, Alice, italianissima. Non solo una compagna ma, da meno di una settimana, la madre dei suoi figli: due gemellini, Alessandro e Leonardo, nati in Italia, a Mestre. Una delle molteplici prove dell’amore di Alvaro per il Belpaese. “L’Italia è il paese migliore per vivere. Non sarei mai andato via dalla Juve. Non vivrei a lungo a Londra”. Dichiarazioni, queste dello spagnolo, di pochi mesi fa. E dire che ci ha provato, a tornare. In bianconero, e nelle ultime settimane al Milan. Una possibilità venuta meno con la chiusura dell’affare Higuain. In campo questa sera con il Chelsea contro l’Arsenal nella ICC, Morata ha vissuto una serata da incubo: due clamorosi gol sbagliati, un rigore fallito in malo modo, parato facilmente da Cech. Una partita specchio di un’annata, la prima in Blues, caratterizzata da tante ombre e poche luci. All’alba di una nuova stagione, avrà il peso dell’attacco della banda Sarri sulle sue spalle. Scelta obbligata: più che fiducia, una mancanza di offerte credibili.
ROTTURA E...PERMANENZA? - Discorso sinistramente parallelo per Anthony Martial. Il rapporto con Mourinho corroso da mesi di utliizzo a singhiozzo, rotto con ogni probabilità definitivamente negli ultimi giorni. L’ala francese è volata negli Stati Uniti con la squadra, per poi rientrare immediatamente per la nascita del secondo figlio. Mou avrebbe voluto riaverlo dopo poco a disposizione, invece Martial da otto giorni non si allena. Il motivo? Problemi post parto per la moglie, come ha spiegato lui stesso con un messaggio su Twitter (“Mi dispiace, la famiglia prima di tutto”). Il Manchester United ha pronta una multa di oltre 200.000 euro, per una situazione difficilmente ricomponibile. L’Inter ci ha pensato, ma è stata frenata dai costi dell’operazione. Per una conclusione simile a Morata. Confermati, sperando in un rilancio, ma in fondo indesiderati.