Luis Enrique-Roma: sarà addio
Da «adelante» a «vaffa» nello spazio di 90 minuti. Cominciamo dalla fine: la Roma assediata da 300 tifosi, il pullman obbligato ad abbandonare l'Olimpico da un'uscita secondaria, Baldini e Sabatini costretti a «dialogare» con una delegazione ultrà, a promettergli «massimo impegno, un grande mercato, ma ancora con Luis Enrique», proprio come avveniva in passato, alla faccia del cambiamento. Perché a Roma si possono avere tutte le idee rivoluzionarie del mondo, ma certe cose non cambiano mai.
Testamento - E allora il pomeriggio finisce con una contestazione feroce (con strascico più lieve a Trigoria) e il giorno di festa diventa a tutti gli effetti una Liberazione da Luis Enrique. È lui il bersaglio grosso dell'Olimpico. E se all'ingresso delle squadre, mentre la curva già lo fischia, uno spicchio di stadio gli dedica uno striscione solidale («Un uomo vero in un mondo di falsi. Adelante Luis»), al fischio finale il vaffa a Luis è collettivo, come, qualche minuto più tardi, l'invito a presentarsi al cospetto degli ultrà: «Vieni fuori Luis». Insultato e sbeffeggiato come un qualsiasi Oronzo Canà. E del resto, pure l'asturiano ci mette del suo, pizzicato dai fotografi a fare le corna mentre attacca la Fiorentina. E, davanti alle telecamere, visibilmente scosso e ormai prossimo alla resa. La frase forte di giornata ha il tono del testamento: «Tranquilli — rivolto ai giornalisti in tono di sfida —, oggi è un giorno in meno dalla mia partenza. Se è quello che volete, andrò via». Non subito, a fine campionato. Quello sarà il momento delle dimissioni. «Adesso non è il momento di fuggire — aggiunge —. Ora devo pensare alle prossime quattro partite che ci servono per la qualificazione europea. Ma per vostra fortuna — ancora rivolto ai cronisti — tutto questo non sarà eterno». Vero. Come è vero che Luis Enrique diventerà un tecnico migliore, ma a questo punto, probabilmente, lontano da Roma. «Un uomo vero lo sono già. Ma devo essere anche un allenatore vero. Ho tanta fiducia in me stesso, mi mancano i risultati. Per la Roma arriverà il momento dei trionfi, io le auguro esiti altissimi».
Difesa - La società continua a dargli fiducia. «Finché potrò scegliere io le persone che compongono la Roma — ha detto il d.g. Franco Baldini —, Luis Enrique sarà l'allenatore della Roma. C'è un solo responsabile di questa situazione: sono io, perché io ho scelto gli uomini della dirigenza e della parte tecnica». Ma la squadra che dice? Parla solo Daniele De Rossi, capitano in pectore: «Luis Enrique è bravo ma sfortunato. Io lo sostengo. Ma se la Roma mi dice che vuole un allenatore per vincere lo scudetto, sarò il primo a sostenere quello e a voler mandare via Luis Enrique». Chiarissimo. E inquietante.