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    Luis Enrique il rivoluzionario: ieri le pedalate in bici, oggi streamer su Twitch

    Luis Enrique il rivoluzionario: ieri le pedalate in bici, oggi streamer su Twitch

    • Francesco Guerrieri

    Quattro anni per cambiare il mondo. Il suo mondo. Luis Enrique è sempre stato un visionario e rivoluzionario, con lo sguardo sempre proiettato al futuro. Lucho è un passo avanti agli altri, quattro anni fa si è seduto sulla panchina della Spagna cercando di eliminare quell'etichetta di tiki-taka sempre e comunque. Ha difeso Morata quando tutti gli davano contro, è stato il primo ad abbracciare Unai Simon dopo l'errore contro la Croazia. Empatia. Prima vengono i rapporti umani, poi il calcio. 



    I CONVOCATI IN BICI - Lucho però le sue rivoluzioni le ha sempre pensate, studiate. E l'ha fatte in ogni campo. Sul prato verde, sì, ma anche sui social. Avete presente le grafiche per annunciare i convocati della nazionale? Ecco, in Spagna non se le ricordano neanche più. Ogni volta Luis Enrique trova un modo diverso per ufficializzare la lista: come quando ha elencato i nomi mentre pedalava in salita - il ciclismo è una sua grande passione - per celebrare la Vuelta conclusa da poco. E pensare che la prima volta che ha fatto un esperimento del genere si è limitato a scrivere i nomi sulla lavagnetta, e già sembrava una rivoluzione. 


    SU TWITCH - Stavolta Lucho se n'è inventata un'altra delle sue. All’alba di ieri la Spagna è arrivata in Qatar, la sera stessa il ct è andato live su Twitch. Qualche giorno fa l’aveva annunciato, ieri l’ha fatto davvero. L’argomento? I Mondiali, ovvio. Ma i temi sono stati scelti da più di 150mila spettatori che l’hanno seguito per più di un’ora: “Siete davvero tanti, o vi annoiate o amate molto la nazionale”. Cuffie e microfono in testa, una telecamera davanti e uno sfondo rosso dietro. Giacca e cravatta? Macché, si è presentato con una semplice maglietta bianca. Gli hanno chiesto di tutto, dalla tattica: “Noi mai col falso nove”, ai pronostici: “Se non vinciamo noi spero lo faccia l’Argentina”. È la rivoluzione del calcio, contatto diretto allenatore-tifoso: “Guardavo mio figlio seguire gli streamer, così ci ho voluto provare anch’io”. Ed è andata benone. Tanto che non sarà stato l’unico appuntamento: “Cercherò di esserci tutti i giorni intorno alle 20”. Orologi puntati, cuffie e microfono. La rivoluzione è adesso. 


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