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    Luis Alberto tra magie e futuro: non è più intoccabile, ma la Lazio ha bisogno di lui. E il mercato di gennaio...

    Luis Alberto tra magie e futuro: non è più intoccabile, ma la Lazio ha bisogno di lui. E il mercato di gennaio...

    • Tommaso Fefé
    Da separato in casa a titolare fisso. Da riserva di lusso a uomo spacca partite. In metà stagione Luis Alberto è passato attraverso tutti gli status possibili all'interno di una squadra. Travolto dal turbinio della rivoluzione sarriana in corso nell'ambiente e nel club biancoceleste, il mago spagnolo – fulcro del gioco fino all'anno scorso – non è più considerato imprescindibile, ma continua ad incantare in campo con le sue giocate.

    DAL RITARDO IN RITIRO A TITOLARE IN 12 SU 14 - Dall'arrivo in ritardo nel ritiro estivo, il rapporto con il nuovo tecnico non era partito col piede giusto. Lo ha confermato lo stesso Sarri nel post partita di Venezia, sottolineando però che la litigata di quattro mesi fa è stata anche l'unico confronto aspro tra i due. Fuori dai titolari contro l'Empoli alla prima uscita, dalla giornata successiva il tecnico lo ha sempre schierato dal 1' minuto in 12 partite su 14. La panchina di Marassi contro la Samp e l'esclusione dai convocati per Reggio Emilia sono state dettate da motivi fisici. In Coppa ha sempre giocato dall'inizio, tranne negli 0-0 casalinghi con Marsiglia e Galatasaray. Fino ad arrivare agli exploit da subentrato contro Genoa e Venezia.

    BASIC L'EQUILIBRATORE E IL SACRIFICIO DEL 10 - Sarri ha dovuto fare i conti con la necessità di dare equilibrio alla squadra, ancora in cerca della sua vera nuova identità. Nelle ultime uscite ha trovato in Basic l'elemento in grado di bilanciare attacco e difesa. Quindi ha dovuto sacrificare il 10. In teoria non sembrerebbe un male potersi permettere di sganciare a partita in corso un uomo da 3 gol e 6 assist. In pratica invece, in un anno di transizione come questo, dal quale la Lazio spera di partire per aprire uno nuovo ciclo, una simile decisione sa di messa in discussione anche di uno come Luis Alberto.

    NUMERI DA CAMPIONE, ATTEGGIAMENTI MENO - La perla al volo di destro che ha chiuso la partita al Penzo e la sventagliata in profondità per Zaccagni qualche giorno prima per lui sono ordinaria amministrazione. Ma oggi non basta più. I numeri sono da campione. Gli atteggiamenti, a volte un po' meno. Ed è proprio per quelli che tifosi, società e tecnico lo hanno gettato sul banco degli imputati - come mai era avvenuto prima - quando gli episodi in questi mesi non sono girati per il verso giusto e diverse partite sono state buttate via.

    IL RIMPROVERO DEI TIFOSI - Svogliatezza, scontrosità, sufficienza nell'applicazione tattica, queste le accuse principali rivolte all'ex Siviglia dai sostenitori laziali. Da un calciatore con le sue qualità la gente si aspetta che sappia tirar fuori qualcosa di più nelle difficoltà. Fin qui non è stato così. E le scelte tecniche del mister avvalorano la tesi che certi comportamenti non sono più tollerati nella nuova era, sotto la guida del comandate.

    JUVE, MILAN E INTER OSSERVANO - Caduta la sua intoccabilità, in automatico si sono riaccese attorno a lui le voci e gli interessi di mercato, che sembravano sopiti dopo l'ultimo rinnovo di contratto firmato l'anno scorso fino al 2025. A 29 anni il suo talento fa gola a tanti. Milan, Juventus e Inter sono alla finestra per capire l'evolversi della situazione. Lotito ha sempre chiesto non meno di 40 milioni come base minima anche solo per sedersi al tavolo a parlare. Almeno fino ad ora. Le frizioni di quest'autunno e il fatto di non considerarlo più un imprescindibile hanno creato i presupposti per un eventuale addio.

    LA NECESSITA' DI MONETIZZARE - Se però i prossimi mesi saranno gli ultimi con l'aquila sul petto per Luis Alberto, è ancora presto per dirlo. Difficile ipotizzare, a meno di cifre clamorose, una sua partenza già a gennaio. Diverso il discorso per giugno, quando potrebbe aprirsi l'ultima finestra possibile per monetizzare al massimo la cessione. Lui nel frattempo continua ad incantare in campo quando viene chiamato in causa. Anche per questo la frangia degli inguaribili ottimisti spera ancora che possa ricrearsi il giusto feeling col tecnico, per continuare a godere a lungo delle sue giocate.

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