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    Lucescu a CM: 'Nell'Inter di Thohir si è rotto qualcosa. Vi svelo tutto su Fernando e Facundo Ferreyra'

    Lucescu a CM: 'Nell'Inter di Thohir si è rotto qualcosa. Vi svelo tutto su Fernando e Facundo Ferreyra'

    • Guglielmo Trupo
    Mircea Lucescu è romantico. Ama il nostro calcio e quando può lo segue con una certa passione. Soprattutto nelle sfide internazionali. Il suo Shakhtar Donetsk ha giocato, e perso, in amichevole contro il Parma (1-0, gol di Coda) e Lucescu, con il clima che c'è in Ucraina, fa fatica a rapportarsi con le vicende sportive italiane, "ci hanno trasferiti a Kiev, ci hanno trattato come immigrati, ma quando posso guardo volentieri il campionato italiano", ha dichiarato l'ex allenatore di Reggiana e Inter. Ecco le parole di Lucescu in esclusiva a Calciomercato.com: "Con lo Shakhtar va bene, faccio uscire i ragazzi fuori dall'Ucraina perché a Donetsk c'è grande pressione. E' importante giocare queste partite amichevoli con squadre di buon livello. Siamo senza otto nazionali ma non conta tanto, l'importante è che si mantenga il livello e che giochi chi è stato impiegato meno. Poi cambiare aria ci fa bene. Facciamo un campionato anomalo, siamo sempre fuori...".

    Ha visto Juventus-Roma? 
    "Prima quando ero a Donetsk avevamo canali italiani, ora a Kiev siamo come immigrati e non ho potuto vedere la partita".

    Qualcuno dei suoi calciatori è stato vicino al nostro campionato?
    "Non c'è stata una trattativa concreta tra le squadre vostre e i miei ragazzi. Solo chiacchiere mediatiche, ma noi vogliamo i soldi e alle vostre condizioni non trattiamo (ride, ndr). Facundo è stato vicino al Torino ma poi è andato al Newcastle. Fernando alla Fiorentina ma solo in prestito. Noi li abbiamo pagati cari, sono giovani e cresceranno con noi".

    L'Inter ha cambiato tanto...
    "Nell'Inter si è rotto qualcosa. Non è la stessa di prima senza Moratti. Uno che ci mette il cuore, che lavora con passione. Italiano vero, solo lui può capire cosa significa l'Inter e l'interismo. Ci mette cuore e passione, anima". 

    Che ricordi ha?
    "Ricordi belli. Solo quelli. Il rapporto con Moratti, un amico, cinque partite a San Siro, 25 gol e tutte vittorie, poi si è rotto qualcosa. I giocatori si sono infortunati ma resta un grande periodo. È una grande soddisfazione aver allenato Ronaldo, Pagliuca, Baggio, Djorkaeff, Bergomi e Zanetti". 

    E Pirlo?
    "Dovevo mettere in campo un'organizzazione di gioco che aiutava la sua tecnica sopraffina. Non era un attaccante, non aveva cambio ritmo. Poi davanti alla difesa ha fatto benissimo perché aveva una visione di gioco eccezionale. Faceva certi lanci e aperture che nessuno si aspettava e, quando aveva 15 anni, prima di debuttare con me, ero già meravigliato per quello che faceva. Grande intelligenza: al minimo tocco erano solo applausi. E questo gli ha permesso di diventare un grande giocatore, forse il migliore".
     

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