A salvare la Juve a Napoli ci ha provato Luca Toni, l'ultimo arrivato: del ramo, in bianconero, è stato il migliore. Gol l'avrebbe pure fatto, ma gliel'hanno annullato per l'autoscontro con De Sanctis: «Ma si poteva dare buono», ha sorriso l'attaccante emiliano. Rideva meno il portiere: «Chi dice che non era una rete da annullare manca di onestà intellettuale - s'è arrabbiato De Sanctis - perché Toni ha allargato il braccio e m'ha preso in faccia. Altro modo di arrivarci non aveva». Toni ha la ribattuta pronta: «Diciamo che si potrebbero fare un po' meno sceneggiate, ma va bene così».

La Juve ripartirà da lui, allora, dalle sue spallate, dalle sue sponde, dai suoi colpi di testa: «Mi sono trovato bene - riattacca l'ex genoano - anche se mi aspettavo una serata diversa. Peccato, perché eravamo partiti bene. E avevamo fatto pure l'1-1, ma ce l'hanno annullato e abbiamo beccato il secondo». Bisognerà migliorare: «Dobbiamo essere più compatti - avverte la punta - perché poi ci siamo un po' disuniti. Ma il gruppo è buono e possiamo fare bene».

Palla a Toni, dunque, ma non basterà, se il meccanismo che spediva in rete centrocampisti e difensori s'è inceppato, come gli indizi lasciano tragicamente pensare: un golletto giovedì con il Parma, zero sul golfo di Napoli. Vedi Cavani poi muori: d'invidia. Visto il panorama, toccherà a Toni rispolverare l'arte del gol, che conosce ma che non pratica da tempo: 8 reti nelle ultime 30 partite in Italia, tra Roma e Genoa. Però al debutto ci ha messo voglia, fisico e occasioni. Almeno, ha acceso una speranza, dentro una squadra che pare aver smarrito pure quella.