Lotti telefona a Delrio: dal Governo sì al ponte per il nuovo stadio della Roma
LA TELEFONATA - Previsto nella prima versione del progetto deliberata dall’amministrazione Marino, il ponte è stato di fatto cancellato in quella successiva approvata dalla Raggi, per compensare il taglio di cubature ai costruttori. Tanto, si disse, c’è il progetto del vicino Ponte dei Congressi già finanziato dal Cipe. In realtà, quell’opera è tutta da rivedere: bocciata dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, nella migliore delle ipotesi ha tempi di realizzazione indefiniti. Da qui, l’importanza di tornare al Ponte di Traiano. Ma la situazione è molto delicata, con la Regione che nicchia e il Comune che ufficialmente fa il tifo per lo stadio ma poi spedisce in Conferenza di servizi trecento pagine di prescrizioni, il progetto stavolta potrebbe arrendersi. È a questo punto che il ministro Lotti, dal suo insediamento tra i più convinti sostenitori della necessità di rilanciare l’impiantistica sportiva italiana – recentemente ha contribuito in modo decisivo anche al completamento del progetto Atalanta-Credito Sportivo –, decide di sbloccare la situazione. Telefona al suo collega Graziano Delrio, e al titolare di Infrastrutture e Trasporti strappa l’o.k. a mettere a disposizione del progetto Tor di Valle un contributo governativo da inserire in tempi stretti nella prossima legge finanziaria. Contributo che le amministrazioni locali, convergendo, indicherebbero proprio per la realizzazione del Ponte di Traiano.
TUTTI FAVOREVOLI - La partita non è ancora finita, ma è come stare in vantaggio di un paio di reti a pochi minuti dalla fine. A questo punto, tutto farebbe pensare ad un esito positivo, anche in tempi rapidi. Lo dice perfino l’assessore regionale Michele Civita, solitamente assai prudente. "Siamo ottimisti, potremmo chiudere nei prossimi giorni". La Conferenza di servizi regionale si è aggiornata a lunedì, tali e tante erano le prescrizioni da discutere, ma a questo punto già si pensa che a inizio 2018 i lavori potrebbero cominciare, ipotizzando l’inaugurazione per la stagione 2020/2021. Comunque, ancor prima dell’intervento risolutivo di Lotti, gli Enti partecipanti alla Conferenza – Comune di Roma, Città metropolitana, Regione, Stato – avevano dato tutti parere favorevole, seppure con prescrizioni, alcune in contraddizione tra loro. Per un Mibact che chiede il rispetto del contesto architettonico esistente, ad esempio, c’è un’Autorità di bacino che reclama barriere sugli argini del Tevere. Si discuterà, e molto, sull’uso di soldi pubblici per un’opera privata. Fino ad un paio di mesi fa, lo negavano tutti. O sul peso elettorale che questa mossa contiene, calata in una città così sensibile alle vicende calcistiche, a pochi mesi dal ritorno alle urne. La scelta di Lotti, però, è solo una delle tante di un governo che si è posto l’obiettivo di sostenere lo sport italiano, rivalutandone innanzitutto le infrastrutture, e a tutti i livelli, dal più basso (con i 100 milioni del bando 'Sport e periferie') al più alto. Senza fare il tifo per nessuno, ma valutando i progetti. Chi sarà il prossimo?