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    Lotito 'trombato' in FIGC e alle elezioni: 2018 'annus horribilis'

    Lotito 'trombato' in FIGC e alle elezioni: 2018 'annus horribilis'

    • Luca Capriotti
    Un 2018 "horribilis", quello di Lotito. Il presidente della Lazio come Icaro: ha puntato il sole berlusconiano, Palazzo Madama, e pochi voti in meno gli hanno sciolto le ali. Ora si ritrova nella classica situazione della "spes contra spem", speranza contro ogni speranza. Viene da ore furibonde, in attesa, con la sua elezione annunciata, persa, di nuovo annunciata, poi persa davvero. C'è chi dice per una manciata di voti (veramente una manciata, più o meno 5), c'è chi dice qualcosa di più, comunque ha dovuto incassare l'ennesima brutta notizia quest'anno. Niente politica vera, niente politica sportiva: Lotito incassa, non va giù, ma sicuramente incassa (non solo grazie alla Lazio). Non gli va giù: l'ennesima sconfitta, pur a conti fatti vincendo, è una beffa tremenda. Sogna la politica vera da sempre: dovrà continuare a sognarla, se il ricorso in cui spera, consigliato da Mastella, non dovesse sortire effetto. 

    AVVENTURA POLITICA - Beffa amplificata dal fatto di non avercela fatta, mentre sia Galliani, sia Carlo Sibilia, sono passati per la porta principale. A gennaio l'ipotesi di una sua candidatura si era fatta più forte, prima con "Noi con l'Italia", poi direttamente con l'amico Silvio Berlusconi, in "Forza Italia". A fine gennaio l'ufficialità, la "discesa in campo": "Bisogna avere il coraggio delle scelte", dice, " Berlusconi mi ha voluto candidato perché pensa che io possa dare una mano importante e di questo lo ringrazio”. Magari, col senno di poi, non ringrazierebbe così tanto. Berlusconi lo blandisce, ma non lo blinda: "È sempre stato vicino alla sua squadra, l’ho seguito con favore. Mi ha parlato della sua voglia di fare qualcosa per l’Italia, sono stato lieto di accoglierlo". Non lo blinda, anche causa legge elettorale. Anche perché nel suo collegio, quello di Benevento, sarebbe passato il buon Lotito. Una specie di beffa "alla Dybala": non ce l'ha fatta perché era il secondo del listino di Forza Italia nel collegio Campania Nord (plurinominale), in cui Forza Italia ha diritto a un solo seggio. Che va quindi alla capolista, Sandra Lonardo, moglie dell''amico' Mastella. Dov'è la beffa? Lonardo è risultata eletta anche nel collegio Campania Sud (sempre plurinominale), dove era seconda del listino. "Dura lex sed lex", direbbe Lotito: in caso di elezione in due collegi plurinominali, vale quella nel collegio dove la lista ha preso la percentuale minore. Che per Forza Italia è stata Campania Nord. "Maleventum" per Lotito, come si chiamava prima di una famosa battaglia contro Pirro proprio Benevento, dove Mastella è sindaco.   

    L'ULTIMA BEFFA - In realtà, secondo Lotito, forse uno dei 'trombati' di maggior lusso di Forza Italia, ci sarebbe stata "severità", "almeno sette schede che sono state annullate in quanto la croce non era stata centrata sul simbolo o sul nome", dichiara sempre Mastella.  Insomma, "dura crux sed crux", direbbe qualcun altro. Ad ogni modo non è il primo passo falso di quest'anno, di un 2018 "horribilis". La sua Lazio compete in alto, il n.1 in casa biancoceleste ha provato a puntare ancora più in là. Ad Maiora: ha piazzato la sfida per la leadership che fu di Tavecchio, quella FIGC gravata di debiti, delusa dall'esclusione dai Mondiali di Russia 2018, demoralizzata. Prova a sostituire il suo amico Tavecchio, di cui si dice (ma il condizionale non è d'obbligo), sia stato il grande elettore. 

    LEGA NO - Il nome di Lotito per la FIGC circola a margine di una riunione di Lega, quasi una battuta all'inizio. Ma "fortuna iuvat audaces", e Lotito audace lo è di certo, si mette in testa di competere, anche se frena: "per essere eletto c'è bisogno di consenso". Vuole l'incoronazione, non gli può bastare un manipolo di seguaci. C'è tempo per tutto, perfino un piccolo (diciamo) faccia a faccia con Marotta, per dirla in latino "dos est uxoria lites", il conflitto è dote coniugale. Peccato che qui Marotta e Lotito non siano sposati, neppure politicamente: Lazio e Juventus sono su fronti opposti. Pare che Lotito abbia detto, non proprio in latino: "Qui so' tutti impiegati". 

    MOVIMENTO 5 VOTI - Niente FIGC, Lotito capisce l'antifona: alla Juventus e ai cosiddetti "club riformisti" si unisce anche tutto il potere di Urbano Cairo, n.1 del Torino. Un weekend di passione, quello di metà gennaio, in cui Lotito cerca voti, ne reclama, tra annunci e smentite pubbliche e private. Poi ovviamente smentirà tutto, ma 11-12 club sarebbero stati pronti ad appoggiarlo. La A gli avrebbe voltato le spalle: niente firma da parte del Benevento (pure partner di mercato) niente maggioranza. La B avrebbe chiuso ogni discorso: su 22 club i sì erano 11 al massimo a sostenerlo. "Ci sono dodici società che vogliono candidarmi. Non ci credete? Ho le firme in macchina", sono rimaste là, in macchina. Da lì in poi, il buio elettorale: in Lega nessun candidato riesce ad imporsi, arriva il commissariamento, l'inserimento di Malagò. Che Lotito avrebbe provato in tutti i modi ad ostacolare, pur non raggiungendo il numero necessario in Lega. A metà febbraio, San Valentino, avrebbe provato lo sgambetto (d'amore), al n.1 del Coni (impegnato nelle Olimpiadi Invernali in Corea). Nulla di fatto, l'assemblea non raggiunge il numero minimo per il rinnovo della governance. "Amor vincit omnia", anche gli sgambetti. Chissà se riuscirà a vincere anche l'ennesima delusione elettorale (a dir poco, si racconta di un Lotito furioso). Orazio direbbe: "Est modus in rebus, sunt certi denique fines". Ovvero, "c'è una giusta misura in tutte le cose, ci sono i giusti confini". Specialmente in cabina elettorale, specialmente quando si deve mettere la croce sopra il simbolo, verrebbe da dire. Ma forse, per una volta, Lotito non gradirà la battuta nel suo adorato latino. Forse lo descriverebbe meglio, parafrasando una frase celebre, "la misura di Lotito è osare senza misura". Movimento 5 voti: forse stavolta, a furia di osare e volare in alto, come fosse un Icaro qualunque una manciata di voti gli ha sciolto le ali. Fino al prossimo ricorso, fino alla prossima volta.  

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