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Lotito sulla Legge di Bilancio: 'Nessun regalo, lo Stato ci guadagnerà'
IL PROBLEMA STADI ED IL FLAMINIO - "La richiesta numero uno del mondo del calcio allo Stato? Gli stadi. Siamo il Paese della burocratizzazione. Perché non pensare ad un sistema commissariale centrale che prescinda da interessi particolari e corporativi del territorio? E lo dico senza aver alcun interesse di parte. Questa del Flaminio è una delle ipotesi che mi è stata prospettata. Bisogna trovare il giusto compromesso dal punto di vista tecnico, strutturale e normativo: ci stiamo lavorando con tutte le istituzioni preposte. L’acquisizione sarebbe la cosa più semplice, ma è chiaro che quello stadio parte da 16-18 mila posti considerando le norme per la sicurezza. E invece per essere fruibile serve uno stadio da 45-50 mila, con la copertura e con i parcheggi e un intero sistema di mobilità".
RIFORMA DEI CAMPIONATI - "Cosa ne penso? Ad una visione complessiva generale che prevalga sugli interessi corporativi. Ogni lega deve avere un’organizzazione, un’identità e una mission. Devono esserci dei criteri minimi e massimi: ma secondo lei è possibile che in Serie A ci siano società che non hanno un centro sportivo di proprietà? In tutte le categorie bisogna dotarsi di strutture adeguate e ci devono essere degli obblighi economici. Il merito sportivo viene prima di tutto, non vogliamo etichettare le squadre, ma chiedere che le società diano stabilità al sistema. Non bisogna fare i farisei, ma avere il coraggio delle scelte. Poi, riforma del sistema significa pure un ragionamento a 360 gradi. Oggi assistiamo a meccanismi strani, ad esempio un calciatore può avere i diritti dei dipendenti e i doveri di un libero professionista? Può sottoscrivere un contratto di 5 anni e al primo gol chiedere più soldi? Io penso si debba trovare una nuova figura specifica di lavoratore e una diversa regolamentazione del ruolo e della funzione dei procuratori".