Lotito, se non fossi Lotito saresti un grande presidente. Altro che Pallotta...
Se non fosse stato tanto brutale nei modi, a volte anche arrogante, durante i primi anni che ha trascorso nel calcio; se non avesse avuto un atteggiamento così freddo, diciamo respingente, nei confronti dei tifosi della sua squadra, cancellandone la passione; se non avesse voluto a ogni costo occupare poltrone ovunque, riservandole a se stesso oppure ai suoi uomini, in Lega e in Federazione, inseguendo sempre il potere… ecco, se non avesse avuto questi atteggiamenti decisamente negativi, insomma se non fosse quello che è, Lotito sarebbe un grande presidente.
Perché il suo mestiere lo sa fare, eccome. Anche noi, che lo abbiamo spesso criticato in modo aspro per i motivi di cui sopra, non possiamo che ammirarne certi risultati. Quelli economici sono evidenti e indiscutibili: la Lazio, che ha raccolto sull’orlo del fallimento, è una società sanissima. E questo anche grazie a scelte di mercato spesso azzeccate: pensate a quanto ha pagato Keita o de Vrij, Milinkovic-Savic o Immobile oppure Biglia, ora patrimoni del club, e a quante operazioni simili abbia concluso anche in passato. Ma il calcio, a nostro avviso, non è né può essere solo soldi che entrano e bilanci che quadrano, perché i soldi entrano e i bilanci quadrano grazie all’amore della gente. Ed è lì, soprattutto lì, che Lotito è venuto meno, ravvedendosi solo di recente quando - preso atto dell’avversione del popolo biancoceleste nei suoi confronti - ha cercato di cambiare rotta.
Poi ci sono i risultati sportivi, e quest’anno sono straordinari: quarto posto in campionato e addirittura in corsa per la Champions, finalista in Coppa Italia dopo avere eliminato niente meno che la Roma. Un miracolo nemmeno piccolo, al quale ha certamente contribuito la scelta - in parte casuale per la verità - di un allenatore come Inzaghi. E’ una grande stagione per la Lazio, semmai Lotito dovrebbe convincersi a costruire in estate un gruppo che abbia un organico di qualità un po’ più ampio, perché la regola della sua gestione è questa: risultati ottimi quando non ci sono gli impegni europei, perché 12-13 calciatori di ottimo livello sono sufficienti; risultati deludenti se c’è una coppa internazionale da giocare, perché la rosa è risicata.
Certo è che il derby di Coppa Italia ha sancito la vittoria di Lotito, il presidente all’amatriciana, su Pallotta, il finanziere bostoniano. Che non spende e non vince. E ha anche il bilancio in affanno.
@steagresti