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Lotito: 'Keita-Juve, serve offerta degna. Lazio come il Leicester, su Milinkovic...'
DA MILINKOVIC ALLO SCUDETTO - "Non è vero che cediamo i calciatori per fare cassa. Biglia, ad esempio, ha chiesto di andare via. Ma noi programmiamo e avevamo già Lucas Leiva pronto per sostituirlo. Come Caicedo: lo abbiamo preso in anticipo, così se dovesse partire qualcuno non avremmo problemi. Altro che fare cassa: per Milinkovic ho rifiutato 70 milioni. La Lazio resterà competitiva? Lavoriamo per questo. Siamo una società seria e lo dimostra l'appeal internazionale di cui godiamo. Non possiamo competere a livello di ingaggi con i primi sette o otto club d'Europa, però manteniamo ogni impegno e paghiamo gli stipendi con puntualità. E i calciatori questo lo sanno. Una follia pensare di vincere lo scudetto? E perché una follia? Non mettiamo limiti alla divina provvidenza. In Premier è successo al Leicester, no? La nostra filosofia è chiara: mettere un pezzo in più alla volta, senza compiere passi troppo lunghi. Perché noi vogliamo vincere, ma senza prendere scorciatoie".
MODELLO LAZIO - "La Juve fattura quattro volte più della Lazio, ma abbiamo vinto noi? Significa che quando ci sono persone capaci e serie e quando c'è una società organizzata con principi sani, si possono ottenere grandi risultati. Mi ha appena chiamato Bianchessi, che ho preso dal Milan per curare il settore giovanile e vedrete che farà un lavoro straordinario. Mi ha detto: sono arrivato in una grande famiglia. Ecco, la Lazio è racchiusa in questa frase. Più bello vincere contro i miei 'nemici' della Juve? La contrapposizione politica non incide nei rapporti personali, anzi proprio Agnelli e Marotta sono venuti da me dopo la partita e si sono congratulati. Andrea ha ammesso che la Lazio ha meritato il successo e lo stesso ha fatto pubblicamente Allegri: parole che rendono onore a entrambi. La festa sotto la curva? Avere riconquistato il nostro popolo è l'aspetto più importante. La gente ha capito che c'è una grande campagna contro di me perché voglio introdurre principi nuovi nella gestione dei club. Ma pian piano ci sto riuscendo: cerchiamo di imporre la trasparenza. Quando sono entrato nel calcio mi ridevano dietro, mi prendevano per pazzo. Ricordo ancora cosa disse all'epoca un dirigente, e non faccio il nome perché non voglio infierire: Lotito salterà presto. Invece sono ancora qui, anzi la Lazio, che ho rilevato moribonda, ha una posizione economica fortissima e un patrimonio immobiliare di oltre 200 milioni. Le tre regole per una società solida e vincente? Numero uno, la scelta dei giocatori: deve avvenire in base alle potenzialità atletico-agonistiche, alla moralità, alla compatibilità economico-finanziaria. Numero due, la catena di comando: cortissima. Ci sono io, c'è il ds Tare, c'è l'allenatore e, in mezzo a loro, opera Peruzzi. Numero tre: il rispetto dei ruoli. Io non mi addentro mai nelle valutazioni tecniche".