Loro sono più forti ma hanno più pressione. La spinta dei tifosi ci aiuterà. Dico Belgio, vedo Italia
CHIELLINI O ACERBI? - Casomai il c.t. deve decidere - anche se ha già deciso - con chi cominciare. Giorgio Chiellini, capitano di intelligenza e umiltà assolute, prima dell’ultimo allenamento ha detto che sta bene e si sente a disposizione, ma che sarà il mister a scegliere perché Acerbi, il suo sostituto, ha giocato una grande partita contro l’Austria e nessuno, in questa nazionale, ha il posto assicurato. Quindi Chiellini o Acerbi per arginare, insieme a Bonucci, lo spauracchio Lukaku, un monumento di sangue e carne, un calciatore potente e possente, ma anche molto tecnico, uno su cui montare una guardia spietata, fisico contro fisico. Lo conoscono e lo conosciamo, ma proprio per questo non bisogna concedergli neanche mezzo metro e, se possibile, sarebbe importante farlo girare il meno possibile. Sugli esterni Di Lorenzo e Spinazzola perché Florenzi non è ancora pronto e perché c’è bisogno di spinta, quindi di gamba. Il “parigino” deve ritrovare un minimo di condizione.
A CENTROCAMPO - Secondo me e secondo la maggioranza degli osservatori presenti a Coverciano, tutti confermati: Jorginho centrale, Barella e Verratti ai lati. Dal punto di vista delle incursioni siamo penalizzati, ma il palleggio ne guadagna e il Belgio è una squadra che, come la nostra, vuole tener palla. Chi più ce l’ha, più la gioca. Questo è il discrimine della partita.
LA STAFFETTA BERARDI-CHIESA - L’unico dubbio vero resiste davanti. Il c.t. ha grande stima e considerazione di Berardi, ma Chiesa visto contro l’Austria è esplosivo. Date le caratteristiche dell’uno (Berardi rientra, gioca palla con i centrocampisti, viene dentro il campo per stringere o, all’improvviso, riallargarsi) terrei l’altro (Chiesa attacca di più la profondità ed è fenomenale se trova spazi davanti a sé) per inserirlo a partita in corso, come Pessina. Però Mancini non crede ad un Belgio chiuso a doppia mandata come l’Austria e vorace solo nel colpire e per questo è tentato da Chiesa subito. Io, però, controbatto con una considerazione: Berardi crea gli spazi, Chiesa vi butta dentro la sua corsa. Nel secondo tempo, ad avversario stanco, dovrebbero essercene di più.
SENSAZIONI - Dopo la faticosa e fortunata qualificazione agli ottavi (non avessero annullato il gol di Arnautovic sono convinto che avremmo perso entro il 90’), abbiamo imparato che sofferenza e costanza sono due elementi imprescindibili di questi tornei. Con o senza De Bruyne e Eden Hazard, il Belgio resta più forte di noi, altrimenti non sarebbe primo nel ranking Fifa. Tuttavia non ha ancora vinto niente di importante e il peso del pronostico potrebbe gravargli sulle spalle. A maggior ragione in uno stadio pieno che avrà la netta predominanza dell’azzurro. Il pubblico non gioca, ma aiuta. Non eravamo più abituati a sentirne il boato. Sarà tutta benzina per farci dare di più. Come andrà? Dico Belgio, vedo Italia.