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    L'orgoglio personale oltre il pregiudizio altrui: per l'Italia femminile, fare strada al Mondiale è più facile che all'Europeo

    L'orgoglio personale oltre il pregiudizio altrui: per l'Italia femminile, fare strada al Mondiale è più facile che all'Europeo

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Che cosa ci si aspetta dall’Italia femminile nell’ormai imminente Mondiale di Australia e Nuova Zelanda? Intanto che passi il primo turno, poi che giochi senza timori o freni contro Nazionali più forti e titolate. Alcune azzurre sono al passo d’addio e, dopo la manifestazione, così come è capitato alla capitana Sara Gama, “tagliata” addirittura prima della partenza, verrà avviata un’autentica rifondazione. Sarà l’ultimo Mondiale anche del c.t. Milena Bertolini che, dopo sei anni, lascerà la panchina azzurra. Ragione di più per fare bene e consegnare un buon ricordo a chi segue la Nazionale e al successore. Nomi non ne sono stati fatti, ma si sa che, assieme a Patrizia Panico e a Rita Guarino (che però è sotto contratto con l’Inter), ci sono sia Paolo Nicolato che Andrea Stramaccioni. Il primo, tra l’altro, ha cominciato la sua carriera di allenatore proprio nel calcio femminile con club di serie C del Veronese. Un’altra pista da non trascurare porta a Pamela Conti, c.t. del Venezuela.

    Intanto, però, va onorata la Coppa del Mondo, la prima a 32 squadre. Il nostro girone ci mette subito di fronte all’Argentina (lunedì ore 8.00, diretta Rai 1), molto cresciuta negli ultimi anni. Batterla sarà fondamentale per fare un passo deciso verso la qualificazione agli ottavi, obiettivo minimo della nostra spedizione. Quattro anni fa, in Francia, l’Italia fu una sorta di rivelazione arrivando ai quarti di finale. Ma la delusione dell’Europeo (eliminazione ai gironi) ha raffreddato gli entusiasmi e fatto fare un passo indietro all’intero movimento. Bertolini ha cercato, frose troppo tardi, di ringiovanire la squadra, ma - come spesso le capita - ha fatto una rivoluzione a metà. Stabilire oggi quale potenzialità abbia questa squadra è arduo, ma una partenza vincente potrebbe restituire qualche certezza minata dal tempo.

    La Nazionale più titolata a vincere il nostro girone è la Svezia (per il successo finale, invece, corrono Stati Uniti, Inghilterra e Spagna), subito dietro ci sono le azzurre, davanti all’Argentina e al Sudafrica. Rispetto all’Europeo, la Coppa del Mondo è teoricamente e paradossalmente più facile. Non per vincere, ma per fare più strada. In Francia, l’Italia si fermò ai quarti dopo avere fatto innamorare un intero Paese. Questa volta sarà meglio usare prudenza e raccogliere quanto verrà partita dopo partita. Se il calcio avesse logica, il secondo posto nel girone, e quindi l’accesso agli ottavi, dovrebbe essere alla nostra portata. L’importante sarà ritrovare l’umiltà e lo spirito di gruppo, due elementi frantumati dall’esperienza inglese. L’orgoglio (personale) conterà più del pregiudizio (altrui): il calcio delle donne deve ritrovare affetto e credibilità. E il Mondiale è l’occasione più importante per riprendersi la scena.

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