Il biancio di Londra 2012 è particolarmente lusinghiero per lo sport italiano: ventotto medaglie, una in più rispetto a Pechino 2008,  l'ottavo posto assoluto nel medagliere che sarebbe potuto essere ancora più pingue, se non ci fossero state diverse medaglie di legno, alcune delle quali assegnate dagli errori delle giurie.

Da Tania Cagnotto a Vanessa Ferrari alle Farfalle della ginnastica, su su sino a Roberto Cammarelle, letteralmente scippato dalla più classica delle decisioni a favore dell'atleta di casa, "preferito" all'azzurro, anche se quest'ultimo aveva vinto due riprese su tre.

La storia delle Olimpiadi è zeppa di ingiustizie perpetrate ai danni di campioni che avrebbero meritato l'oro, ma è stato loro sottratto da arbitri che sarebbero dovuti essere imparziali e non lo sono stati. 

Ecco perchè è stato esemplare il comportamento di Cammarelle dopo l'atroce beffa  che ha subito.

Nessuna protesta, nessun vittimismo, nessuna isteria da parte del pugile di origini lucane che ha dimostrato tutta la dignità e tutta la grandezza d'animo della gente della sua terra.

Ha stretto la mano a Joshua, si è complimentato con lui, lo ha applaudito, pur sapendo che lui, non l'avversario, avrebbe dovuto avere al colllo quell'oro.

Se l'Italia è nel G-8 dello sport, come con comprensibile orgoglio rimarca Petrucci, lo deve anche a fuoriclasse del calibro di Cammarelle. Fuoriclasse della vita, non soltanto della specialità in cui eccellono.

E come non pensare anche alle parole di Campagna, ct del Settebello e a quelle di Berruto, ct dell'Italvolley, un autentico inno alla cultura dello sport, al sacrificio degli allenamenti, allo spirito di squadra, al rispetto degli avversari.

Setebello e Italvolley: due squadre di cui essere fieri. Per come giocano, per come vincono. E per come sanno perdere. 

Xavier Jacobelli

Direttore Editoriale ww.calciomercato.com