Londra 2012, Molmenti a CM 'Prima di essere italiano sono milanista'
Daniele Molmenti, numero uno del rank mondiale nella canoa slalom già qualificato per i giochi olimpici di Londra, esordisce così. Un milanista di Pordenone, dove nacque il primo agosto 1984, che ha trovato nella canoa la sua seconda pelle. Dopo numerosi successi a livello giovanile Daniele ha scalato in breve tempo le classifiche mondiali fino ad arrivare al primo posto e fino a divenire una bella speranza azzurra alle prossime Olimpiadi, le seconde della sua carriera.
A Pechino conquistò il decimo posto, quali gli obbietivi per Londra?
"Ho imparato molto da quella sconfitta. Mi sono allenato molto, ho perfezionato tecnica e tattica e da allora ho cominciato a vincere gare importanti. Ora sono il campione europeo e del mondo in carica, la medaglia olimpica è l'unica cosa che mi manca".
Un periodo pre-olimpico molto intenso.
"Assolutamente sì, avrò così l'occasione di testare la mia forma e di limare alcuni difetti. Settimana prossima partirò per Londra dove si terrà la Coppa del Mondo, poi andrò in Francia e in Spagna".
Il 27enne del Gruppo Sportivo Forestale distende la voce quando inizia a parlare della sua seconda grande passione: il Milan.
"Prima di essere italiano sono milanista. E non è una battuta! Sono nato alla una di notte e mio nonno alle 8 del mattino si precipitò al 'Milan Football Club' di Pordenone per iscrivermi. Tutto normale se non fosse che mio padre andò a registrarmi all'anagrafe due ore dopo".
Quindi una fede che nasce in famiglia.
"Sì, inoltre ho iniziato a seguire e capire il calcio negli anni di Gullit e Van Basten, era impossibile non innamorarsi di una squadra così".
Chi è il giocatore che più di tutti ti ha lasciato il segno?
"Ne potrei dire tantissimi. Fra tutti Shevchenko, davvero un grande che però purtroppo se n'è andato, Gattuso, nella quale ho sempre visto lo spirito da guerriero che ho io quando sono in barca, e Inzaghi, un amore che non finirà mai".
Parlando del futuro invece, Ibra sì o Ibra no?
"Ibra è un fenomeno, meglio tenercelo stretto".
Come sarebbe il tuo mercato?
"Visti i tanti addii di quest'anno sarà necessario riempire i vari vuoti che si sono creati. Io però preferirei affidarmi ai giovani piuttosto che spendere tanti soldi per un giocatore di punta. Rischierei di non fare risultati per un paio d'anni, di questi tempi i sacrifici si devono fare".
Oggi è l'anniversario di Istanbul. Dov'eri quella notte?
"Ero al bar con gli amici" con un tono un pò malinconico.
Ha bruciato quella sconfitta?
"Ma, io non sono un tifoso di quelli che si dispera. Poi ho vissuto talmente tante vittorie con il Milan che una sconfitta non può fare così male".