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L'ombra di Ferrero oscura la Samp: plusvalenze con la Juve, accuse di falso in bilancio e bancarotta
In mattinata militari della Guardia di Finanza hanno effettuato una serie di perquisizioni nella sede sociale di Corte Lambruschini, a Genova, e un alcuni uffici collegati alla società blucerchiata. Su input del procuratore della Repubblica di Genova, Nicola Piacente, sono stati sequestrati documenti e altro materiale riferibile operazioni di mercato realizzate nel 2019. L’ipotesi per la quale procede la procura genovese contempla ipotesi di reati legati a plusvalenze, che i pm ritengono fittizie. Un giro di denaro prodotto e iscritto a bilancio attraverso alcuni scambi di calciatori con valutazioni artificialmente sopravvalutate, condotto sull’asse Sampdoria-Juventus (Audero, Gerbi, Francofonte, Stoppa da Torino a Genova. Peeters, Mulé e Vrioni da a Genova-Torino). Operazioni che avrebbero prodotto false fatturazioni e conseguentemente indebiti risparmi sull’Iva. Nel registro degli indagati compaiono a vario titolo i nomi di Massimo Ferrero (all’epoca presidente e proprietario del club), dell’avvocato Romei, vicepresidente e di Alberto Bosco, responsabile delle operazioni finanziarie e tuttora membro dell’attuale cda del club, nel frattempo passato sotto il controllo di Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi.
Questo primo filone di indagine, innescato dalla trasmissione alla procura genovese degli atti inerenti da parte della procura di Torino che indaga sulla Juventus, non è l’unica cattiva notizia. Un secondo e un terzo filone di indagini sono stati aperti a Genova partendo dalle segnalazioni ricevute dalla procura di Paola, in Calabria, località dove si sta celebrando il processo a Massimo Ferrero e altri sette imputati di una lunga serie di reati societari e fiscali, legati a quattro società del gruppo, fallite nel 2013 Le nuove carte giunte a Genova da Paola segnalano l’ipotesi di falso in bilancio legata al presunto utilizzo illecito da un lato dei fondi concessi alla Sampdoria e garantiti dalla Sace, all’epoca della pandemia di Covid 19, con conseguente truffa allo Stato; dall’altro il dirottamento verso società del gruppo Ferrero di una parte dei soldi erogati al club dal Credito Sportivo per finanziare i lavori di ampliamento del centro sportivo di Bogliasco. La procura di Paola ha concluso le indagini su Ferrero e altre undici persone per il reato di bancarotta preferenziale a favore del Credito Italiano. Ferrero è accusato di aver dirottato quasi due milioni di euro a favore dell’istituto bancario, danneggiando gli altri creditori delle sue aziende.
Qualora le vicende penali legate alla Sampdoria sfociassero in un rinvio a giudizio e nel conseguente processo degli indagati, in quanto parte lesa, la Sampdoria potrebbe rivalersi sugli ex amministratori attraverso la richiesta di risarcimento danni. Altro discorso rispetto alla giustizia sportiva, per la quale la società genovese, se riconosciuta colpevole, potrò essere sanzionata, verosimilmente con una grossa multa. Il tribunale sportivo federale ha sanzionato, proprio nella giornata di oggi, il club blucerchiato, con la penalizzazione di 2 punti in classifica a causa dei mancati versamenti nei termini di Irpef e contributi previdenziali e potrebbe deferite il club per il ritardo (5 giorni) con il quale aveva saldato gli stipendi dell’ultimo trimestre.
Mercoledì prossimo il giudice Paolo Gibelli emetterà l’ordinanza sul ricorso presentato da Ferrero con la richiesta di inibire a Radrizzani ulteriori aumenti di capitale. I segnali che filtrano da palazzo di Giustizia indicano che l’ex proprietario vedrà respinte le sue istanze. La sua pretesa di rivedere l’accordo con il quale era stato autorizzato l’aumento di capitale che lo ha ridotto ad azionista di minoranza non poggia su alcuna documentazione. Risulta viceversa che Massimo Ienca, allora amministratore unico della SSH, (la controllante di Sampdoria dei Ferrero), era stato autorizzato a partecipare all’assemblea del 16 giugno che permise a Radrizzani di diventare socio di maggioranza. inoltre Ferrero aveva dichiarato a una tv locale, due giorni prima, di aver venduto il club a Radrizzani. Ora giura che “era sconnesso” e che non ricorda di aver pronunciato quelle parole…