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Lombardo: 'Vialli mi accolse con un uovo in testa, abbiamo scherzato fino all'ultimo'
INSIEME ALLA SAMP - "Estate 1989. Io arrivavo a Genova dalla sua Cremonese. Luca sapeva che i tifosi grigiorossi mi avevano soprannominato 'bombetta' e all’inizio in allenamento mi chiamava così. Poi in seguito diventai 'Attila'. La prima settimana mi prese da parte e, con il suo solito sorriso, mi disse: 'Bombetta, ricordati di passare la palla anche a me e non solo a Mancini. Sono io il bomber...'. Poi dal campo passammo al tavolo da ping pong. Alla Samp, a quei tempi, tutti i nuovi arrivati dovevano sfidare Vialli. Dopo quattro-cinque scambi, Luca mi tirò una pallina ad altezza testa per farmela incornare, come in partita. Ma in realtà non era una palla da ping pong: era un uovo bianco, vero. Fantastico. In un modo o nell’altro, Luca arrivava sempre alla conclusione: destro, sinistro, testa, acrobazia. Fin dai primi giorni mi spiegò come preferiva ricevere i cross. 'Bombetta, se sei vicino all’area, mettimela sul secondo palo. Se invece sei sul fondo, crossa forte sul primo. Poi, in entrambi i casi, vieni ad abbracciarmi'. Nella partita scudetto contro il Lecce Luca segnò il 3-0 e aprì la festa, poi mi portò in sala stampa con una parrucca in testa presentandomi ai giornalisti come il primo acquisto per l’anno successivo. La finale della Coppa dei Campioni persa contro il Barcellona gli è sempre rimasta sul gozzo. Non molto tempo fa mi ha detto: 'Attila, mi avevi messo una bella palla a Wembley, ma non sono riuscito a fare gol'. Lui e tutti noi fummo sfortunati in quella finale. Gli attaccanti forti sono tanti, ma nessuno ha quel mix di generosità, tecnica, forza, leadership e potenza di Luca. Parliamo di un grande bomber, ma super corretto. Per Luca il massimo dell’arrabbiatura era togliersi il polsino e gettarlo per terra".
FINO ALL'ULTIMO - "Ci siamo visti per l’ultima volta il 27-28 novembre, a Genova, per la presentazione del docufilm sulla nostra Sampdoria. Dopo aver trascorso la serata insieme, la mattina ho ricevuto una chiamata di Luca: 'Attila, se sei già in giro mi cerchi una brioche veneziana o comunque qualcosa con la crema'. È sempre stato goloso. Abbiamo fatto colazione assieme, poi Luca è partito per Londra. È stato l’ultimo incontro. Conoscendolo alla perfezione, nelle ultime settimane non sono stato a chiamarlo. Però tutti i giorni gli inviavo un cuoricino per messaggio, un modo per fargli sentire la mia vicinanza. Dopo Natale mi ha fatto una bellissima sorpresa. Il Mancio è andato in clinica da lui a Londra e Luca ha chiesto a Roberto di chiamarmi al cellulare. 'Attila, lo sai che Mancini ha un profumo fantastico...'. Me lo ha detto perché sa che sono appassionato. Io gli ho risposto: 'Luca, conosco quel prodotto. Ma stai tranquillo che al Mancio lo hanno regalato...'. Abbiamo scherzato fino all'ultimo".