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  • Loftus-Cheek per Tonali, anche Maldini lo avrebbe fatto. I problemi cominciano il 1° settembre

    Loftus-Cheek per Tonali, anche Maldini lo avrebbe fatto. I problemi cominciano il 1° settembre

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    A pochi giorni dal raduno il nuovo Milan di Furlani si presenta sostanzialmente con un cambiamento importante nell’11 titolare e una pedina da sostituire. Per il momento lasciamo stare le numerose seconde linee che sono partite e che dovranno essere sostituite. Il cambio rilevante è stato ovviamente Loftus-Cheek al posto di Tonali. Il titolare da sostituire è Brahim Diaz, la cui ereditá, nei programmi non di Furlani, ma già di Maldini e Massara, avrebbe dovuto essere raccolta da De Ketelaere.

    Il cambio Tonali/Loftus-Cheek con un delta economico di quelle gigantesche proporzioni, siamo obiettivi, andava fatto. Non da questo management, ma da qualsiasi dirigente assennato che operi nel calcio italiano di questi tempi. E non solo di questi, dato che nemmeno Berlusconi, da un certo punto in poi, poteva resistere alle offerte per Shevchenko e Kaká. Certo, direte voi, Sheva e Ricky partirono dopo aver dato il meglio in rossonero, Tonali no, se ne va proprio all’inizio della sua brillante carriera. Ma questa è la realtà, il Milan e la Serie A sono diventati una squadra e un campionato di “passaggio” per i potenziali campioni, non sono più un punto di arrivo per i fuoriclasse conclamati.

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    Bisogna rendersene conto e accettarlo. Lo ripetiamo da anni. Purtroppo, in questo contesto, è giusto vendere uno dei propri top player per 80 milioni e provare a rilanciare un panchinaro del Chelsea che arriva a condizioni economiche vantaggiose. Un esperimento che, per esempio, con Tomori è riuscito alla grande. L’unica incognita sul nazionale inglese è legata ai suoi numerosi infortuni, ma, come ripetiamo sempre, se fosse stato un titolare inamovibile a Stamford Bridge alla sua giovane età, il Milan non se lo sarebbe potuto permettere. Dunque, è stato corretto aver portato a termine l’operazione Tonali/Loftus. E, parliamoci chiaro, lo avrebbero fatto anche Maldini e Massara che non a caso, avevano già messo gli occhi sul centrocampista del Chelsea. Se invece si fossero opposti avrebbero preso una decisione illogica e anacronistica rispetto al momento storico del club.

    Ma crediamo ragionevolmente che avrebbero avallato questa operazione cosiccome in questi anni hanno sempre sposato la linea societaria mossa da ragioni economiche, anche a discapito delle esigenze tecniche. Lo hanno dimostrato accettando di buon grado di non concedere ingaggi fuori range ai vari Calhanoglu, Donnarumma e Kessié. E impegnandosi a sostituirli come hanno fatto brillantemente con Tonali, Maignan e meno brillantemente con De Ketelaere.

    Quindi, per il momento la prima vera grande operazione di mercato del nuovo management sportivo è logica e fa ben sperare, anche se duole aver perso un simbolo e un trascinatore come Tonali, che in altri tempi avrebbe giocato per tutta la sua carriera in rossonero.

    In ossequio a questo ragionamento e riconoscendo le doti conclamate di Moncada e del suo apparato di scouting, non abbiamo dubbi sul fatto che condurranno un mercato produttivo pur senza spendendo cifre folli. Siamo ragionevolmente certi del fatto che porteranno a Milanello giocatori dalle buone qualità e dalle ottime potenzialità.

    Il problema, a nostro giudizio, non si concretizzerà dunque da qui a fine agosto, ma a partire dal 1 settembre, quando il calciomercato si chiuderà. Ciò che ci preoccupa è che tutti si ostinano a valutare le qualità di una direzione sportiva esclusivamente dal mercato. Purtroppo o per fortuna non è così. Quando si chiude il mercato bisogna iniziare a costruire la squadra. Quello è il difficile. La storia del calcio è piena di ottimi mercati e pessime squadre, cosiccome non mancano le ottime squadre in assenza di grandi campagne acquisti. Il Milan della scorsa stagione lo ha dimostrato. E questo sarà il vero banco di prova di Furlani e company. Maldini, Massara, Pioli e Ibra erano riusciti a costruire una “squadra” fuori e dentro al campo. Ragionevolmente non sappiamo se i nuovi responsabili dell’area tecnica risuciranno a fare altrettanto. Pioli da solo potrebbe non bastare e non per colpa sua. In Italia raramente un allenatore è riuscito a creare le “squadre” quando veniva lasciato solo. Finora c’è la chiara dimostrazione dalle reazioni dei giocatori che quello spirito di gruppo costruito da Maldini si sia smarrito. Non sarà facile ricrearlo, soprattutto con i tanti giocatori nuovi che arriveranno a Milanello.

    L’esperienza di Fassone e Mirabelli dovrebbe insegnare qualcosa. All’epoca vennero acquistati 11 giocatori nuovi, alcuni dei quali anche potenzialmente forti, ma i due dirigenti “cinesi” non riuscirono mai a costruire una squadra. Partendo dal peccato originale di aver consegnato “per contratto” la fascia di capitano a una bandiera della Juve che non aveva mai messo piede a Milanello. In teoria stavolta questo rischio non c’è, dato che gran parte dello “zoccolo duro” è rimasto. Si spera con lo spirito giusto.
    Più che il mercato dunque, la nuova dirigenza dovrà essere brava a creare una “squadra” e ad aiutare l’allenatore. Altrimenti non serviranno a nulla né le buone operazioni di mercato né l’endorsement della classica stampa diciamo accomodante, per non dire orientata. Di cui già si vedono ampie tracce, proprio come ai tempi di Fassone/Mirabelli. A scanso di equivoci non ci riferiamo a chi si occupa della comunicazione aziendale in modo appassionato e professionale, ma a chi, teoricamente, dovrebbe essere critico e indipendente.

    A questo proposito non capiamo perché ogni volta che si registra un cambio ai vertici societari bisogna per forza delegittimare e attaccare chi ha lavorato precedentemente, per giunta riportando risultati e vittorie. Chissà se questi input arrivano o meno dall’interno della società. In effetti quando leggiamo che la grande novità dell’estate è quella di presentare i nuovi acquisti con fotografie singole, senza la presenza dei dirigenti accanto qualche dubbio ci viene. E ci domandiamo: ma che effetto avrebbe avuto la foto di Loftus accanto a Furlani quando un anno fa c’era Maldini? Le foto con Maldini accanto ai giocatori appena ingaggiati erano un onore per i nuovi arrivati, non certo una vetrina per l’ex capitano che non aveva bisogno di un palcoscenico in più dopo cotanta carriera.

    L’esigenza di giustificare il licenziamento di Maldini con la scusa del suo eccessivo protagonismo accentratore proprio non ci va giù. Si può dire tutto di Maldini, ma non che non abbia sempre messo l’interesse del Milan in primo piano in tutta sua vita. Come già detto, la nuova dirigenza dovrà dimostrare sul campo di essere all’altezza e per farlo non basta provare a infangare un monumento come Paolo con la barzelletta delle “nuove foto singole” per conferire centralità ai giocatori e non più ai dirigenti. Anche perché, se non ricordiamo male, per legittimarsi agli occhi dei tifosi fu proprio Cardinale, il giorno del suo arrivo, a voler far la foto con Maldini nella sala dei trofei.

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