Lodi racconta a CM il Catania di Simeone e Burgos: 'Si capivano con uno sguardo. Il Mono? Meglio averlo amico'
Che ricordi ha di Burgos?
"Tutti positivi. Io sono arrivato a Catania una settimana dopo di loro. Si vedeva che era il braccio destro di Simeone in tutto e per tutto: dove non arrivava il Cholo c'era lui. Era una coppia molto affiatata, bastava uno sguardo per capirsi, Già allora Burgos aveva una gran voglia di allenare, spesso era lui a darci indicazioni. Dopo dieci anni da vice credo che sia arrivato il momento giusto per andare avanti da solo".
Che rapporto aveva con lui?
"Buono, vivevamo nello stesso albergo. E' una persona molto determinata, quando vuole una cosa la ottiene sempre. Un giorno avevamo fatto una scommessa: se fosse riuscito a perdere 30 kg in due mesi ogni giocatore gli avrebbe dato mille euro. Ci è riuscito. Se si mette in testa un obiettivo lo raggiunge sempre".
Cos’ha pensato quando si è ritrovato davanti Simeone?
"Io arrivavo dal Frosinone, ero in trattativa con un altro club di B poi è arrivata la chiamata del Catania dalla Serie A. Il Cholo l'ho sempre seguito da giocatore, sia alla Lazio che all'Inter; essere allenato da lui è stata una grande esperienza, è una persona carismatica che trasmetteva energia. Non abbiamo neanche fatto in tempo a conoscerci che due giorni dopo il mio arrivo avevamo subito una partita, mi disse che mi aveva visto in dvd e di giocare tranquillo e libero per mettere le mie qualità a disposizione dei compagni. Quando hai la fiducia dell'allenatore è tutto più semplice".
E la prima volta che ha visto Burgos?
"Mamma mia, è un armadio. Ho subito pensato che uno così è meglio avercelo come amico. Aveva una mano enorme, se tirava uno schiaffo a qualcuno gli faceva girare la testa. A parte la prima impressione, Burgos è talmente buono che era impossibile discuterci. Anzi, era lui a calmare noi se c'era troppo agonismo nelle partite. Poi si sfogava con gli arbitri".
Ci racconta quando si arrabbiò con Maxi Lopez perché non voleva entrare durante una partita?
"In realtà Simeone gli aveva detto di riscaldarsi ma Maxi non aveva sentito. Bene, è bastato uno sguardo di Burgos per farlo scattare in piedi".
Un punto nelle prime quattro partite, l'avventura del Cholo non era partita benissimo.
"Ha perso a Parma e con il Milan, poi sono arrivato io e abbiamo pareggiato a Cesena e perso a Bologna. La svolta è arrivata con la vittoria a Lecce".
Tra i successi più importanti c'è anche un 4-0 nel derby col Palermo.
"Il derby a Catania non è una partita a parte, è proprio un campionato a parte. Io ne ho giocati tanti perdendone uno solo. In quel 4-0 mi ricordo che dopo un primo tempo nel quale non avevamo giocato benissimo, lui nell'intervallo ci disse 'Ora entriamo in campo e li asfaltiamo'. E così è stato".
In quella squadra c’erano tanti argentini, che lingua si parlava nello spogliatoio?
"Non sempre l'italiano, in realtà. Un giorno Simeone doveva spiegarci un movimento, c'erano dieci argentini e solo io di italiano: dopo un po' che il mister parlava in spagnolo l'ho interrotto 'Scusi, e io?'. Mi disse che me l'avrebbe spiegato dopo in italiano, a parte".
Tra i tanti argentini c'era anche il Papu Gomez.
"Una persona fantastica. Ora ha acquisito una maturità che forse a Catania ancora non aveva, anche se le qualità ce le ha sempre avute: ha la cattiveria giusta, è intelligente, furbo, sa calciare con tutti e due i piedi... Quando era a Catania l'avevano già cercato Inter e Atletico Madrid, ma adesso è un giocatore da grande squadra. Sono contento dei risultati che sta ottenendo, ci sentiamo ancora oggi".
A salvezza conquistata Simeone e Burgos hanno risolto il contratto. Se lo ricorda il momento dell'addio?
"Hanno ringraziato tutti dicendoci che ci lasciavano perché avevano altre ambizioni. Quando sono andati all'Atletico Madrid io ero contento, era il loro sogno e l'hanno raggiunto. Com'era giusto che fosse".
Li sente ancora?
"Burgos no, gli faccio un grande in bocca a lupo per la scelta che ha fatto. A Simeone ho mandato un messaggio un po' di tempo fa per salutarlo e dirgli che lo seguo sempre con piacere. Ogni tanto incontro il figlio Giovanni, l'attaccante del Cagliari. A Catania, quando finivamo gli allenamenti, il Cholo crossava e Giovanni, che all'epoca avrà avuto 15/16 anni, segnava di testa".
Oggi è il numero dieci della Triestina, pronti per i playoff?
"La società è importante e il gruppo è buono sono ogni punto di vista. Da un paio di settimane ci stiamo allenando a pieno regime perché tra un po' iniziano i playoff. Se arriviamo fino alla fine saranno cinque partite, tutte entro il 22 luglio. L'importante è ricominciare a concentrarci bene dal punto di vista psicologico e mettere benzina nelle gambe. Io ho un anno di contratto con opzione per quello successivo; qui mi trovo molto bene, è la soluzione migliore che potessi trovare".
@francGuerrieri