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    Lockdown sì, forse, ma anche no... Qui ci vogliono far diventare matti

    Lockdown sì, forse, ma anche no... Qui ci vogliono far diventare matti

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Ho la netta impressione che Mario Draghi sarà costretto a sfoderare tutte le sue qualità da “superman” per riuscire nell’impresa di mettere ordine nel “pollaio Italia” dove la confusione più estrema sembra regnare. Un poco ce la dovevamo aspettare perché, soprattutto a livello politico, mettere insieme a operare forze e personaggi ideologicamente agli antipodi tra di loro è come chiedere agli ultras di due curve avversarie di fare il tifo insieme.

    Già adesso, ancora prima che il nuovo Governo abbia ottenuto la fiducia dalle due Camere, i “polli” hanno cominciato a litigare e a beccarsi su temi di rilevanza relativa. Molto presto si arriverà a dover concertare per la risoluzione di questioni nevralgiche per il nostro Paese che, non dimentichiamolo mai, è la sintesi della gente. Piano economico, riforma della Giustizia, revisione fiscale, snellimento della macchina burocratica, scuola e immigrazione. E’ complicato prefigurare una scena ispirata alla concordia e alla collaborazione tra parti così distanti e litigiose. Per una verifica, comunque, non dovremo attendere più di tanto.

    Ciò che, invece, sta accadendo e provoca sconcerto è l’atteggiamento di coloro i quali non appartengono al mondo della politica bensì a quello della scienza e, in particolare, della medicina i quali sarebbero tenuti a dare un senso di unicità alle loro valutazioni e alle successive prese di posizioni operative. Anche qui, purtroppo, il “teorema del pollaio” pare aver preso il sopravvento sul dovere dell’informazione coerente e seria. Il clamoroso “caso” della mancata apertura degli impianti sciistici, il cui annuncio è stato dato dieci ora prima di quello che avrebbe dovuto essere il “via libera”, altro non è se non la punta dei un iceberg che, in caso di collisione può fare molto male.

    La parola che, in queste ore, ricorre più frequentemente è quella di “lockdown”. Un termine che ci riporta indietro di un anno esatto al tempo in cui ci si affacciava ai balconi cantando e gridando “andrà tutto bene” per esorcizzare la paura e per sentirci meno soli. Oggi l’incubo torna a mostrarci quel fantasma senza che nessuno tra gli “esorcisti” incaricati  trovi le parole giuste e circostanziate per dire alla gente che cosa davvero sta accadendo e soprattutto che cosa dobbiamo aspettarci prima che in Italia arrivino i vaccini utili alla salvaguardia collettiva.

    Lockdown necessario. Lockdown possibile. Lockdown inutile. Tre prese di posizione che arrivano dalla medesima fonte i cui responsabili avrebbero il sacro dovere di parlare la medesima lingua e di indicare la strada maestra per un’azione che davvero serva alla salute, mentale e fisica ed economica, delle persone. Al contrario, la classe scientifica e medica destinata a dare indicazioni al ministro Speranza e quindi allo stesso Draghi si è spaccata i litiga sulla pericolosità della variante inglese esattamente come fanno i rappresentanti del nuovo e neonato Governo sulle misure da adottare per, ad esempio, disciplinare una volta per tutte le scuole. Il risultato è uno solo. Far impazzire una società che è già in preda a una crisi di nervi.

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