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    Locatelli, dal Sassuolo alla Juventus: tutte le ragioni dell’involuzione, dai fischi alla teoria di Space Jam

    Locatelli, dal Sassuolo alla Juventus: tutte le ragioni dell’involuzione, dai fischi alla teoria di Space Jam

    • Marco Amato
    Non ce ne voglia Manuel Locatelli, ma lui è l’immagine plastica del difficile momento della Juventus: non inteso nell’ultima crisi di risultati, ma nel senso più ampio di una crisi di identità di un club che sta ricostruendo e nel farlo cerca di ritrovarsi. È l’immagine della frustrazione e dello smarrimento dei tifosi. In quale altro momento, se non in questo di grande difficoltà, chi occupa le tribune dell’Allianz Stadium si sarebbe ritrovato a fischiare non solo un giocatore, ma un tifoso in campo di Madama. Uno che, comunque, ha sempre dimostrato attaccamento e impegno.
     
    Ma l’impegno non basta e le prestazioni del centrocampista sono spesso state deludenti. Ancora di più se si guarda indietro e si pensa all’esborso fatto per strapparlo al Sassuolo: circa 40 milioni, frutto di una trattativa che assunse i tratti della telenovela estiva. Fu un abbaglio dell’allora dirigenza? Che fine ha fatto il Manuel Locatelli del Sassuolo “dezerbiano”, quello che poi fu pedina centrale dell’Italia campione d’Europa? Possibile che il talento possa svanire così, come fosse polvere sulla scrivania che vola via al primo soffio? Come spesso accade, le risposte ad un evento sono molteplici, così come le cause. A meno che non si voglia credere alla teoria di Space Jam, al talento rubato che – puf -, scompare all’improvviso.

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