Lo strapotere di Cristiano Ronaldo a casa di Messi: la Juve ha giocato per lui
Nicola Balice
In Champions, contro Leo Messi, aveva sempre o quasi patito il confronto. E uno come Cristiano Ronaldo, questo non poteva accettarlo. Nonostante le cinque Champions, altrettanti Palloni d'Oro, tutti i record e via discorrendo. Nonostante il Camp Nou restasse lo stadio preferito per le sue esultanze dopo un gol, eccezion fatta per i suoi stadi: dopo Bernabeu, Old Trafford e Stadium, infatti era proprio il campo del Barcellona ad aver visto CR7 andare in gol più volte in assoluto. Erano 12 prima della partita perfetta della Juve, sono diventati 14 grazie ai due calci di rigore che hanno aperto e chiuso lo 0-3 che ha permesso ai bianconeri di conquistare all'ultimo atto il prezioso primo posto del girone di Champions. E il “Siiiu” di Ronaldo si è sentito forte e chiaro, in entrambe le occasioni. Aveva voglia, ci credeva. Con questo atteggiamento è più facile per tutti. Pure dalle parole a caldo di Leonardo Bonucci è venuto fuori come proprio il duello tra alieni sia stato uno dei motivi che hanno convinto la Juve a fare la Juve: Ronaldo ha giocato per i suoi compagni, i suoi compagni hanno giocato per lui. Al Barcellona non è successo. Forse non è tutto, ma molto del dominio bianconero è in questo fattore.
A CASA MESSI. Mai o quasi mai Ronaldo fa quello che ha fatto questa volta in fase di non possesso. Serve un'occasione speciale. Il duello con Messi lo è. Già nel primo tempo ha ripiegato fino al limite della sua area di rigore. La giocata del match, poi, non è stata realizzata negli ultimi trenta metri. La zona CR7 questa volta è stata un'altra. Vedere Ronaldo a partita quasi conclusa e con il risultato ormai in ghiaccio, inseguire, rincorrere, pressare e infine rubare palla potendo quasi guardae negli occhi Gigi Buffon è una rarità. Quella palla era tra i piedi di Messi. Allora non è solo una rarità, ma un messaggio, un capolavoro. Anzi, una firma. Quella del dominio. Per questa volta al Camp Nou, in Champions, il vincitore non risponde al nome di Leo Messi, che pure ci ha provato a lungo. Questa volta il dominio è tutto di Cristiano Ronaldo. Fuoriclasse, fenomeno. Per tutto ciò che ha fatto senza il pallone tra i piedi. Ah, all'andata non c'era.