Lo scandalo del Var che non può correggere le topiche di Fabbri e Irrati: questo protocollo va cambiato!
Un'altra giornata di campionato macchiata da gravi sviste arbitrali, con l'aggravante della validazione da parte del Var. In attesa delle 6 partite di oggi, il 28esimo turno di Serie A ha già regalato polemiche in quantità, in particolare dal match di ieri sera dell'Olimpico tra Lazio e Fiorentina: l'arbitro Fabbri e il Var Mazzoleni sono finiti nell'occhio del ciclone e nel mirino della dirigenza, che per il momento si è esposta soltanto attraverso le parole del ds Pradé, per due episodi su tutti. Il calcio di rigore dell'1-1 conquistato da Caicedo dopo un contatto cercato platealmente dall'attaccante laziale con Dragowski e la mancata espulsione di Bastos per l'entrata su Ghezzal riportano d'attualità il tema dell'uso e dell'utilità del Var col protocollo attualmente in vigore.
QUANTI ERRORI - All'appello della "moviola" post-gara mancano anche l'intervento di Radu su Badelj e la trattenuta di Parolo su Vlahovic a fine partita, due situazioni che non avrebbero generato scandalo se avessero portato ad altrettanti rossi. Mentre dal canto suo, la formazione allenata da Simone Inzaghi lamenta la non assegnazione, nel primo tempo, di un rigore per una trattenuta su Milinkovic-Savic e un altro per un tocco di braccio in area di Badelj. Se una volta si sarebbe detto che per arbitro e assistenti la difficoltà di dover decidere in una frazione di seconda rappresentava l'aspetto più complicato del loro lavoro, con l'introduzione della tecnologia e del Var questo alibi viene drammaticamente a cadere. E ciò che risulta a tutti di più difficile comprensione è come l'arbitro sistemato davanti ai monitori nello stanzino non abbia potuto e/o voluto intervenire per segnalare a Fabbri le sviste che hanno caratterizzato la sua prestazione.
PROTOCOLLO FOLLE - Sul rigore di Caicedo, la discriminante sta tutta nel labiale catturato dalle telecamere del direttore di gara ravennate, "L'ha toccato, l'ha toccato", nel descrivere lo scontro tra il giocatore nativo dell'Ecuador e Dragowski: è questo l'elemento che impedisce al Var di entrare in causa e segnalare come il calciatore della Lazio si lasci cadere ben prima di essere sbilanciato dal portiere polacco. Se il Var era stato concepito per risolvere le situazioni dubbie ma con un evidente errore da parte dell'arbitro, perché esistono delle distinzioni sui casi da analizzare all'interno dell'area di rigore? Decisamente più colpevole è l'atteggiamento di Fabbri e Mazzoleni nelle circostanze che avrebbero potuto condurre alle espulsioni di Bastos, Radu e Parolo in casa Lazio: in particolare, i primi due sono stati puniti con un'ammonizione e in casi come questi il Var può e deve intervenire a fronte di un errore di valutazione.
IRRATI, COSA FAI? - L'infausta giornata dei fischietti italiani era stata inaugurata nel tardo pomeriggio dalla sfida salvezza tra Brescia e Genoa. Davvero grottesca la lettura del signor Irrati in occasione del contrasto tra Papetti e Romero che porta all'assegnazione del primo dei due rigori accordati ai rossoblù nel corso del match. Il centrale lombardo finisce per appoggiarsi lievemente sul suo avversario dopo averlo sovrastato regolarmente in un contrasto aereo dentro l'area, ma per Irrati c'è contatto e ci sono gli estremi per il penalty. Un'altra valutazione sbagliata, un'altra casistica nella quale il Var non ha la possibilità di subentrare e correggere l'evidente torto subito dalla squadra di Lopez. Incomprensibile, anche perché l'elenco di situazioni come questa è davvero lungo analizzando tutta la stagione e la mancanza di chiarezza continua ad imperare. Sbagliano spesso gli arbitri, sbagliano spesso i Var, ma la prima da correggere è questo protocollo che fa acqua da tutte le parti.
QUANTI ERRORI - All'appello della "moviola" post-gara mancano anche l'intervento di Radu su Badelj e la trattenuta di Parolo su Vlahovic a fine partita, due situazioni che non avrebbero generato scandalo se avessero portato ad altrettanti rossi. Mentre dal canto suo, la formazione allenata da Simone Inzaghi lamenta la non assegnazione, nel primo tempo, di un rigore per una trattenuta su Milinkovic-Savic e un altro per un tocco di braccio in area di Badelj. Se una volta si sarebbe detto che per arbitro e assistenti la difficoltà di dover decidere in una frazione di seconda rappresentava l'aspetto più complicato del loro lavoro, con l'introduzione della tecnologia e del Var questo alibi viene drammaticamente a cadere. E ciò che risulta a tutti di più difficile comprensione è come l'arbitro sistemato davanti ai monitori nello stanzino non abbia potuto e/o voluto intervenire per segnalare a Fabbri le sviste che hanno caratterizzato la sua prestazione.
PROTOCOLLO FOLLE - Sul rigore di Caicedo, la discriminante sta tutta nel labiale catturato dalle telecamere del direttore di gara ravennate, "L'ha toccato, l'ha toccato", nel descrivere lo scontro tra il giocatore nativo dell'Ecuador e Dragowski: è questo l'elemento che impedisce al Var di entrare in causa e segnalare come il calciatore della Lazio si lasci cadere ben prima di essere sbilanciato dal portiere polacco. Se il Var era stato concepito per risolvere le situazioni dubbie ma con un evidente errore da parte dell'arbitro, perché esistono delle distinzioni sui casi da analizzare all'interno dell'area di rigore? Decisamente più colpevole è l'atteggiamento di Fabbri e Mazzoleni nelle circostanze che avrebbero potuto condurre alle espulsioni di Bastos, Radu e Parolo in casa Lazio: in particolare, i primi due sono stati puniti con un'ammonizione e in casi come questi il Var può e deve intervenire a fronte di un errore di valutazione.
IRRATI, COSA FAI? - L'infausta giornata dei fischietti italiani era stata inaugurata nel tardo pomeriggio dalla sfida salvezza tra Brescia e Genoa. Davvero grottesca la lettura del signor Irrati in occasione del contrasto tra Papetti e Romero che porta all'assegnazione del primo dei due rigori accordati ai rossoblù nel corso del match. Il centrale lombardo finisce per appoggiarsi lievemente sul suo avversario dopo averlo sovrastato regolarmente in un contrasto aereo dentro l'area, ma per Irrati c'è contatto e ci sono gli estremi per il penalty. Un'altra valutazione sbagliata, un'altra casistica nella quale il Var non ha la possibilità di subentrare e correggere l'evidente torto subito dalla squadra di Lopez. Incomprensibile, anche perché l'elenco di situazioni come questa è davvero lungo analizzando tutta la stagione e la mancanza di chiarezza continua ad imperare. Sbagliano spesso gli arbitri, sbagliano spesso i Var, ma la prima da correggere è questo protocollo che fa acqua da tutte le parti.