Juvemania. Llorente fenomeno: in Italia funziona così
Una partita ufficiale da titolare e un gol, media pazzesca: Fernando Llorente fenomeno. Bastano 70 minuti e un colpo di testa vincente (e decisivo per la vittoria finale) per mettere fine al cosiddetto 'caso Llorente'?
A sentire i commenti di domenica sera sulle televisioni nazionali e private, e a guardare il lunghissimo applauso che ha accompagnato l'uscita dal campo dell'attaccante spagnolo al momento del cambio con Vucinic, sembrerebbe proprio di sì.
All'insegna del "come colpisce bene di testa", "come fa bene da sponda ai compagni", "come apre bene gli spazi", "come è decisivo in area di rigore, proprio l'attaccante che mancava alla Juventus", l'ex Athletic Bilbao è passato d'un tratto da oggetto misterioso a salvatore della patria bianconera.
In Italia funziona così e Llorente se ne sarà già accorto: non esistono mezze misure, nell'emettere giudizi. Mentre nell'agire, viceversa, siamo maestri nel cercare il compromesso e la zona grigia.
La verità, come sempre accade, è molto probabile trovarla nella spiegazione più semplice: forse Fernando Llorente è semplicemente un ottimo attaccante che aveva (che ha) solo bisogno di ritrovare una condizione fisica accettabile dopo un anno di quasi inattività e che aveva (che ha) solo bisogno di capire i meccanismi tattici della sua sua nuova squadra. E che ieri, contro il Verona, è stato schierato titolare nella partita giusta, al momento giusto e contro l'avversario giusto.
In poche parole: quello che ci hanno sempre detto Antonio Conte, Beppe Marotta e tutta la Juventus.