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    Livaja: 'Milan attento. Mi offrivano più soldi, ma nel mio cuore c'è solo l'Inter'

    Livaja: 'Milan attento. Mi offrivano più soldi, ma nel mio cuore c'è solo l'Inter'

    L'attaccante croato dell'AEK Atene, Marko Livaja (ex Inter) ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport in vista della partita di stasera contro il Milan a San Siro in Europa League: "Sono tifoso e innamorato interista. Lì ho iniziato e segnato i primi gol a San Siro. Mi lanciò Stramaccioni, con il quale poi ci siamo risentiti perché per entrambi c'era la Grecia nel destino. Dovevo andarmene per crescere, a 18 anni è difficile giocare tanto in una squadra così. Ma l'Inter resta nel mio cuore e ho un motivo più per cercare un gol al Milan". 

    "A 16 anni, quanto non mi ero ancora trasferito all'Inter, mi cercò il Milan. Ero già stato a Milano per parlare con il ds Ausilio, ma poi ero tornato in Croazia perché il contratto con l'Hajduk non era ancora scaduto e non potevo firmare con un nuovo club. Il Milan iniziò a chiamarmi e soprattutto a offrirmi molti più soldi. Ma quando do la mia parola non torno indietro. Nemmeno per soldi". 

    "Ero giovane e replicavo a tutti, senza guardare in faccia nessuno. Ora sono maturo, e sto zitto. Ho una compagna, Iris, e una bambina di un anno e quattro mesi, Elizabeth. Con loro sono diventato uomo. Si racconta che sia arrivato alle mani con Colantuono all'Atalanta, ma non è così. Gli risposi, lo ho già ammesso, ma nessun colpo. Però è vero che una volta, a Udine, rifiutai di andarmi a scaldare e finii fuori squadra. Oggi non lo rifarei. Ed è vero che con il Las Palmas ho preso cinque turni di squalifica. Dissero che avevo spintonato l'arbitro e invece volevo solo parlarci. La verità è che se giochi in una piccola squadra queste cose succedono. A Sergio Ramos, per la stessa colpa, avrebbero dato una giornata. Ed è vero, ma poi basta, che non risposi al telefono al ct dell'Under 21 Kovac: avevo litigato pur di andare con lui al Mondiale Under 20, ma dopo l'eliminazione contro il Cile ce l'avevano tutti con me. Ero stanco, non volevo tornare e non gli risposi al telefono. Dopo due ore di chiacchierata però ci siamo chiariti". 

    "Kalinic? Ci conosciamo bene. Siamo stati tutti e due a Spalato ma nelle giovanili nell'Hajduk non ci siamo incrociati perché lui è più grande. E' bravissimo, lo seguo con attenzione come tutti gli altri croati che vivono qui a Milano. E' ancora un po' la mia città e sono felicissimo di tornarci. Ho girato tanto in carriera, dall'Italia alla Russia, dalla Svizzera alla Spagna. Ma ad Atene sto benissimo e sento di poter restare ancora a lungo. In Europa League giochiamo benissimo e il Milan se ne accorgerà. A modo nostro, sappiamo essere forti". 

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