LITTLE ITALY Paris Saint-Germain, delusioni e critiche. Ancelotti è un flop?
"Sì, ve l'ho già detto, qui a Parigi prima impiccano un uomo e poi gli fanno il processo". Una delle più famose frasi del commediografo francese Molière rende l'idea del momento di Carlo Ancelotti sulla panchina del Paris Saint-Germain. Il ko di ieri sera Nancy, campo sul quale erano già caduti Lione e Montpellier, ha aperto ufficialmente la crisi con il tecnico italiano sul banco degli imputati. Non importa se il PSG non perdeva da novembre, non importa se in attesa del risultato del Montpellier è ancora in vetta la classifica. In Francia media e non ce l'hanno con Carletto, il cattivo che ha sostituito il buono Kombouaré senza riuscire a dare un'identità al PSG, già fuori dalla Coppa di Francia e in grande difficoltà in Ligue 1, dove non vince dall'11 marzo scorso (2-1 a Digione).
Da quando è sbarcato a Parigi, a fine del 2011, Ancelotti ne ha viste di tutti i colori. Attaccato da politici, addetti ai lavori (il presidente del Montpellier Nicollin lo definì un non-allenatore strapagato che fa ridere) e sindacato allenatori ha dovuto dimostrare tutto e subito, ma ora che i risultati non sono più dalla sua parte è diventato il capro espiatorio dei mali del PSG. Dieci giorni fa in un'intervista a Le Figaro si è difeso pubblicamente ("No, io non sono la superstar del Psg, sono solo l'allenatore e amo il mio lavoro"), consapevole che il progetto datogli in mano da Leonardo è diventato una patata bollente. Ancelotti si è sentito tradito dalla società, che nel mercato di gennaio gli ha promesso una punta di livello portandogli gli scarti di Barcellona e Chelsea Maxwell e Alex, e dai giocatori, con Pastore e Menez su tutti. Da navigatore esperto, però, non vuole abbandonare la nave, sicuro dei suoi mezzi e della sua storia. A maggio si tireranno le somme, la ghigliottina può attendere.