Nell'immaginario comune il calciatore che sceglie di giocare in Arabia o negli Emirati Arabi è spinto esclusivamente dallla voglia di gonfiare il proprio portafoglio.  Ecco perchè quando Luca Toni ha deciso di lasciare al Juventus per accettare l'offerta dell'Al Nasr, club di Dubai allenato da Walter Zenga, è stato frettolosamente  etichettato come bollito e finito, scaricato calcio italiano.  La realtà è ben diversa, a 34 anni Toni aveva voglia di un'avventura nuova, diversa, stimolante. Poteva restare in Italia, le offerte non mancavano, ha scelto di ripartire dagli Emirati Arabi. Non solo per ragioni economiche.

Per Toni l'Al Nasr ha lo stesso valore della Juventus, del Bayern o della Fiorentina. Il suo atteggiamento da grande professionista non è cambiato, alla faccia di chi crede che abbia scelto Dubai solo per riscuotere una pensione dorata. Il primo ad arrivare al campo di allenamento e l'ultimo ad andare via, l'attaccante azzurro ha sorpreso un pò tutti per l'impegno, la serenità con il quale ha accettato la nuova sfida e la grande capacità di entrare nei meccanismi di una squadra in piena lotta per il titolo.  In tre partite ha già segnato due gol, all'esordio in campionato contro l'Ajman ( decisivo per la vittoria dell'Al Nasr) e nell'Emirates Cup, contro l'Al Shabab, entrambi accompagnati dalla classica esultanza con la mano all'orecchio.

E' arrivato da un mese ma è già un leader indiscusso. In campo, dove non lesina consigli anche ai più giovani, e fuori, dove ha legato soprattutto con Mark Bresciano, ex giocatore di Parma, Palermo  e Lazio, e con il brasiliano Leo Lima. Zenga fa grande affidamento su Toni per provare a vincere il campionato e per fare una bella figura in Champions League asiatica, al via tra due settimane. Il girone è di ferro, con Lekhwiya, Al Ahli e Sepahan, ma con questo Toni tutto è possibile.