L'incontenibile Kean, Mbappé e i principi non negoziabili del Milan: come difendere a Parigi?
L’INCONTENIBILE KEAN - Quel che è certo è che Milan-Juve non è stata decisa banalmente da un’espulsione, ma dalla chiave tattica Kean. Pur essendo anni luce di distanza da Mbappé, il bianconero marcato in quel modo e con tanto campo davanti sembrava una furia incontenibile. Milan-Juve l’ha decisa un’allegrata, non un cartellino.
E il tutto nasce anche da un altro duello perso, quello di Florenzi con Weah. Fate attenzione a come è messo il Milan quando il quinto americano alza la testa dopo la sterzata. A parte Adli attratto da McKennie in fascia, c’è Tomori uscito forte su Milik, una delle due punte.
Ciò significa che basta un taglio e una palla lunga in verticale per creare una situazione complicata per chi deve seguire l’altra punta, ovvero Thiaw. E Thiaw non è il Kim di Spalletti.
E ALLORA CON MBAPPÉ? - Se queste sono le difficoltà del Milan con Kean, e con le rare sollecitazioni offensive della Juventus, è giusto chiedersi cosa succederà mercoledì contro i fenomeni. I centrali rossoneri saranno esposti con maggiore frequenza alle sgasate degli avversari. A partire ovviamente dai tagli analoghi (con un pizzico di ironia li possiamo chiamare ‘alla Kean’?) di Mbappé. Eccolo qui sotto mentre svernicia Hummels nel finale di PSG-Borussia Dortmund.
C’È UN PERÒ - Ma se fin qui sono stato persino sfacciato nel prefigurare scenari apocalittici al Parco dei Principi, va anche detto che il PSG di Luis Enrique non gioca sulle ripartenze come la Juve di Allegri. Perciò potrebbe in parte disinnescarsi da solo. Togliersi spazi col palleggio insistito a una metà campo. Non è raro, per la qualità degli interpreti e per la tipologia di gioco del mister spagnolo, assistere a situazioni di questo tipo. Del resto, velocisti e non del PSG sanno anche palleggiare corto molto bene e certamente meglio del Milan (su questo tema ha ragione Arrigo Sacchi).
IL PROBLEMA DEI DUELLI AL DI LÀ DI MBAPPÉ- Il fatto è che il problema dei duelli di cui abbiamo parlato all’inizio, va al di là di Mbappé e degli attaccanti del Paris. Ci sarà da stare attenti agli inserimenti dei terzini, in particolare Hakimi ovviamente.
Se poi Lucas Hernandez si mette a fare il Theo, la difesa a quattro del Milan, non certo impeccabile, sarà costretta a chiudere contemporaneamente mille fronti. E il rischio paradossale potrebbe essere questo: marcare forte senza difendere nella sostanza. Senza vederli arrivare.